Perché è importante separare le sigarette elettroniche dal tabacco a livello fiscale
L’intenzione è quella di dividere i prodotti contenenti tabacco da quelli a rischio ridotto
Le sigarette tradizionali sono ormai considerate un prodotto in declino, anche in merito ad una sempre più diffusa sensibilizzazione nei confronti della salute e dei danni che il fumo può provocare ad essa. I prodotti per fumare al giorno d’oggi sono infatti di nuova generazione e mirano, teoricamente, a sostituire il vecchio tabacco combusto con soluzioni che possano continuare ad appagare gli utilizzatori ma con un impatto meno nocivo per la salute. I dispositivi più utilizzati sono le sigarette elettroniche a liquido (come quelli de La Tabaccheria) e i riscaldatori di tabacco (stile IQOS e GLO), due soluzioni spesso accomunate ma in realtà molto diverse tra loro, e nelle prossime righe spieghiamo perché.
È bene che siano valorizzati i prodotti alternativi al fumo tradizionale
Oggi le sigarette rappresentano un prodotto in recesso: è necessario che, nel contesto dell’economia italiana, gli obiettivi si rivolgano alle alternative meno inquinanti e meno dannose per la salute, quali possono essere, appunto, le sigarette elettroniche e i prodotti da inalazione. La scelta di diversificare la fiscalità dei prodotti da fumo tradizionali dalle sigarette elettroniche deriva infatti dai rischi ridotti che i dispositivi elettronici comportano, sia per l’assenza dei residui di combustione del tabacco, sia per la possibilità di diminuire la percentuale di nicotina.
Un obiettivo importante da raggiungere è quindi quello di rendere del tutto indipendente la tassazione delle sigarette elettroniche da quella applicata a tabacchi e derivati.
Imposta di consumo sul tabacco tradizionale e sui prodotti alternativi
Nella normativa fiscale italiana, il tabacco è il prodotto di riferimento dal quale vengono poi definite le imposte da applicare ai prodotti derivati e alternativi. In pratica, l’accisa applicata al tabacco riscaldato e ai prodotti da inalazione è proporzionale a quella del tabacco tradizionale: se quest’ultima aumenta, aumentano di conseguenza anche le altre, sebbene in misura inferiore dovuta allo sconto fiscale.
Sarebbe invece opportuno separare completamente la fiscalizzazione dei tre prodotti, penalizzando maggiormente quelli che comportano maggiori rischi per la salute e concedendo invece una tassazione differente e più agevolata ai prodotti alternativi.
Sgravio fiscale per i prodotti alternativi al fumo: è un vantaggio o è un problema?
È anche vero che la riduzione della fiscalità applicata ai prodotti alternativi alle sigarette, quali possono essere appunto i dispositivi a tabacco riscaldato e le sigarette elettroniche, provoca a sua volta una riduzione degli introiti nelle casse dello Stato. Senza tralasciare il fatto che i produttori stessi ottengono ricavi differenti in riferimento alla vendita di sigarette tradizionali e di prodotti alternativi al fumo.
Non a caso, le multinazionali del tabacco e delle sigarette, in gran parte hanno creato marchi paralleli per produrre e distribuire sigarette elettroniche e dispositivi simili, o sono diventate azioniste delle aziende di questo settore. Una scelta che non solo consente loro di offrire al mercato un prodotto di tendenza e più economico sotto l’aspetto fiscale, ma anche di attirare un target di clienti più giovani, più attenti alle novità e più sensibili verso l’ambiente e la salute.
Regolamentazione della vendita e dell’uso delle sigarette elettroniche
La regolamentazione che riguarda la vendita delle sigarette elettroniche in Italia ed Europa è piuttosto severa. I dispositivi devono essere marchiati CE, corrispondere agli standard di qualità e sicurezza obbligatori ed essere conformi alle normative che limitano la diffusione di metalli pesanti e sostanze inquinanti. La vendita di sigarette elettroniche, liquidi e accessori è vietata ai minorenni, al fine di tutelarli nei confronti della dipendenza da nicotina, e la pubblicità per questi prodotti è totalmente vietata.
Inoltre, per quanto il vapore emesso dalle sigarette non comporti i rischi del fumo passivo, l’uso di questi dispositivi è comunque vietato in molti ambienti pubblici per evitare di diffondere nell’aria quantità pur minime di nicotina.
Monopolio di Stato e contrassegno ADM
Recentemente è stato imposto il sigillo fiscale a sigarette elettroniche, liquidi, aromi e accessori, non solo per incrementare gli introiti nelle casse dello Stato, ma anche per contrastare la diffusione di prodotti illeciti e non conformi alle normative, poiché la legge stabilisce anche la capacità dei serbatoi che contengono nicotina, i quali non devono superare i 2 ml, per cercare di ridurre il rischio di consumo eccessivo e dipendenza.
Sigarette elettroniche, sicurezza e salute
In generale, le sigarette elettroniche vengono considerate un prodotto più sicuro e meno impattante per la salute e per l’ambiente, in quanto producono vapore, non emettono fumi residui e non prevedono la combustione del tabacco, responsabile di gravi danni alla salute.
Questo non significa che le e-cig siano del tutto sicure e salutari, ma di certo possono rappresentare un’ottima alternativa al fumo tradizionale, soprattutto utilizzando liquidi privi di nicotina. Sono inoltre un valido strumento per smettere di fumare, riducendo gradualmente la percentuale di nicotina fino ad azzerarla.