109 posti di lavoro a rischio

Teva Bulciago, lavoratori in sciopero ad oltranza: "Fino a quando non otterremo risultati"

Oggi, lunedì 22 febbraio 2021, gli operai hanno protestato per otto ore davanti ai cancelli dell’azienda e da domani, martedì, daranno il via ad un presidio permanente.

Teva Bulciago, lavoratori in sciopero ad oltranza: "Fino a quando non otterremo risultati"
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Centonove lavoratori, centonove famiglie che rischiano di restare dall’oggi al domani senza uno stipendio, in un periodo delicato come quello dell’attuale emergenza sanitaria ed economica.
E’ questo lo scenario che si profila a Bulciago da quando, poco meno di una settimana fa, il gruppo Teva, colosso israeliano del settore farmaceutico, ha annunciato di voler chiudere il sito affacciato sulla Como-Bergamo, che fa capo alla società Sicor srl. Una decisione inaspettata, che sindacati e lavoratori non hanno intenzione di accettare passivamente: oggi, lunedì 22 febbraio 2021, hanno indetto uno sciopero di otto ore davanti ai cancelli dell’azienda e da domani, martedì, daranno il via ad un presidio permanente che continuerà, come spiega il sindacalista della Filctem Cgil Nicola Cesana, che segue la vertenza insieme al collega Celeste Sacchi di Uiltec Uil, «ad oltranza, fino a quando non otterremmo il risultato».

Sciopero alla Teva di Bulciago

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Sindacati e operai chiedono infatti a gran voce che il sito resti aperto: «Vogliamo che l’azienda revochi la decisione di interrompere la produzione qui a Bulciago e, se proprio dovesse ritenere questa opzione non strategica, che allora consenta a qualcun altro di utilizzare questo sito. E’ assurdo pensare che una ditta con un tale fatturato decida di lasciare per strada 109 famiglie».
Una notizia assolutamente inaspettata, tanto per i lavoratori che lo hanno saputo durante un’assemblea sindacale, quanto per l’Amministrazione, che pensava ad un aggiornamento di routine con i vertici aziendali. «Martedì 16 febbraio sono stato contattato dal direttore; credevo volesse presentarsi ma invece mi ha parlato di questa scelta aziendale che mai avremmo ipotizzato, visto che non c’era sentore di crisi - ha spiegato con preoccupazione il primo cittadino Luca Cattaneo - Ci siamo subito attivati, in primis per tutelare i 109 lavoratori impiegati in azienda. I bulciaghesi non sono molti, una decina o poco più, ma questo per noi non conta: a nome dell’Amministrazione ma anche di tutto il paese, mi sento di esprimere massima vicinanza e solidarietà a tutti i dipendenti. Abbiamo chiesto di prendere parte attivamente ai tavoli che verranno istituti per capire cosa succederà, è giusto e doveroso esserci».

A fare eco alla sua preoccupazione, anche le parole dell’assessore all’Ambiente Tonino Filippone, che da anni segue la questione della bonifica dell’azienda: «Già quando ero in minoranza negli anni Novanta l’intero Consiglio si era attivato nell’ambito di una vertenza sindacale che voleva scongiurare il ridimensionamento dell’organico aziendale. Per noi di Bulciago sarà sempre la “chimica”, una ditta storica che nonostante diversi passaggi di proprietà ha dato lavoro a tanta gente del territorio. Il nostro pensiero va ai dipendenti e vorremmo evitare qualsiasi speculazione sulla questione ambientale: la bonifica è importantissima, sappiamo tutti che non stiamo parlando di una fabbrica di cioccolatini ma di una realtà ad alto rischio. Prima però pensiamo a tutelare gli operai».

Sul Giornale di Merate in edicola da domani, martedì 23 febbraio 2021, il servizio completo e approfondito sulla vicenda

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