Virus ed economia

Sangiorgio: “Abbiamo ripreso, ma c’è troppa burocrazia…”

L’imprenditore: "Non chiediamo favoritismi, ma solo lavorare con tempi certi".

Sangiorgio: “Abbiamo ripreso, ma c’è troppa burocrazia…”
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“Ho chiuso una settimana prima del lockdown imposto dal Governo perché, i miei cugini ed io, eravamo preoccupati dall’esplosione di questa pandemia e volevano tutelare i nostri collaboratori. Poi, un mese più tardi, abbiamo aperto due cantieri commissionati da due aziende del comparto alimentare e pian piano abbiano ripreso coraggio e  fiducia. Ci siamo confrontati con una normativa di sicurezza complessa e il patema d’animo di non esporre a nessun rischio i nostri dipendenti perché teniamo molto alla salute di chi lavora con noi. La cosa che mi ha infastidito è stata solo la compilazione di  una valanga di carte: dichiarazioni, protocolli, una burocrazia spesso inutile e snervante che poco serve a garantire le sicurezza”. Mario Sangiorgio, 65 anni, di Ello, presidente di Ance Lecco dal 2000 al 2012, con il cugino Alfredo, guida un piccolo gruppo dell’edilizia composto da sei società: un’azienda che si occupa del trasporto di materiale edile, due imprese di costruzioni e tre realtà specializzate nella vendita di calcestruzzo che complessivamente occupano 63 dipendenti. 

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Sangiorgio, il Covid 19 è arrivato proprio nel momento in cui il settore dell’edilizia stava lentamente riprendendosi dopo una crisi lunga e  pesantissima. Un brutto colpo.

“Il settore è stato falcidiato dalla crisi del 2008, una delle crisi più gravi delle sua storia che ha causato una perdita del 65% del fatturato, la chiusura del 58% delle imprese e un calo del 54% dell’occupazione. Un colpo drammatico per noi ma anche per il Paese visto che l’edilizia, compreso il suo indotto, vale il 27% del Pil italiano. Questa crisi ci ha imposto di rivedere programmi, progetti e organizzazione”.

Adesso però le cose si stavano mettendo meglio.

“Dal 2018 era iniziata una timida ripresa, che ha coinvolto il mercato residenziale, lo avevamo notato dall’incremento nella vendita del calcestruzzo. Poi nel 2019 abbiamo fatto ancora meglio, per noi è stato quasi un anno record. La battuta d’arresto per il Covid 19 avrà un impatto sul 2020”

Oggi il cliente vuole solo una casa in classe A?

“Questo è il requisito minimo. Oggi tutti costruiscono solo edifici energeticamente efficienti, qualificati, dotato di tutta la tecnologia possibile e con un’evoluzione impiantistica difficilmente immaginabile solo pochi anni fa. Il mercato ha fatto molta pulizia, sono scomparse le aziende improvvisate, le immobiliari poco professionali, e questo è una garanzia per il cliente”.

L’edilizia tornerà a crescere anche perché il Governo sta mettendo a punto incentivi molto robusti.

“Il bonus fiscale del 110% mi piace perché è stato ridotto da 10 a 5 anni il periodo del recupero fiscale. Però avrei preferito un bonus dell’80% per un periodo più stabile e magari allargato a qualche altro comparto e non solo per facciate, fotovoltaico, pannelli solari, Sismabonus e Ecobonus. Non è ancora chiara ad esempio l’aspetto della ristrutturazione dell’abitazione”.

L’intervista completa a Mario Sangiorgio si può leggere sulla versione cartacea del Giornale di Merate in edicola da martedì 19  maggio clicca qui per la versione sfogliabile.

 

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