L'intervista

Rapidità, liquidità e fine del lockdown: la ricetta di Carlo Cottarelli per limitare i danni del Coronavirus

L’economista ed ex direttore del Dipartimento Affari Fiscali del Fondo Monetario Internazionale, venerdì scorso, ha partecipato all’incontro a distanza organizzato da Ucid Lecco.

Rapidità, liquidità e fine del lockdown: la ricetta di Carlo Cottarelli per limitare i danni del Coronavirus
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Rapidità, liquidità e fine del lockdown: sono queste tre mosse per limitare i danni del Covid-19 spiegate dal professor Carlo Cottarelli,  direttore dell’Osservatorio Conti Pubblici Italiani della Cattolica di Milano. L’economista ed ex direttore del Dipartimento Affari Fiscali del Fondo Monetario Internazionale, venerdì scorso, ha partecipato all’incontro a distanza organizzato da Ucid Lecco, che ha registrato ben cento adesioni, ma solo perché la piattaforma non poteva ospitarne di più. Un incontro stimolante presentato da Vincenza Scaccabarozzi, presidente della sezione lecchese dell’Unione Cristiano Imprenditori e Dirigenti, e moderato da Giancarlo Ferrario, direttore editoriale di Netweek.

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Recentemente ha detto che non bastano le politiche espansive ma servono tre mosse. E la prima è la rapidità. Perché?

“Ci stiamo muovendo un po’ lentamente, che è una caratteristica della nostra Pubblica amministrazione. Lo abbiamo visto anche con i decreti governativi come il Dl Liquidità - che non prevede stanziamenti ma garanzie - e i 600 euro promessi alle Partite Iva con le difficoltà palesate dall’INPS. In questi momenti dobbiamo essere rapidi nel dare le risposte utili al Paese”.

Il suo secondo suggerimento parla di liquidità…

“La tesoreria non ha problemi, bisogna solo gestirla bene. L’Italia ha bisogno di 500 miliardi e non dovrebbe avere difficoltà a recuperarli perché 230 vengono dalla BCE, 36 dal Mes - se lo utilizzeremo - e altri 17 dai Recovery Bond. Dobbiamo trovare altri 230 miliardi ma non vedo particolari problemi visto che settimana scorsa abbiamo collocato una prima tranche di titoli di stato per 10 miliardi raccogliendo adesioni per 110… Lo Stato deve solo emettere titoli al momento giusto: i mercati sono pronti a comprare”.

Poi ha indicato nella fine del lockdown la terza mossa. Finalmente ci siamo…

“Pensavo si potesse seguire l’esempio cinese e ripartire prima, invece da noi i contagiati stanno scendendo in maniera molto più lenta; gli esperti sostengono che il contagio zero arriverà a fine giugno, ma non possiamo tenere la gente chiusa in casa fino ad allora. Non possiamo aspettare oltre il 4 maggio: dobbiamo riaprire, con tutte le cautele e le precauzioni del caso, ma il lockdown deve finire, altrimenti ci saranno danni ancora peggiori per l’economia”.

Come giudica l’accordo abbozzato giovedì scorso con l’Europa?

“La disponibilità a trovare un’intesa c’è, la volontà di andare avanti con questi Recovery Bond pure e poi stiamo parlando di un pacchetto di un trilione. Certo ci sono ancora alcuni particolari da mettere a punto, ma sono moderatamente fiducioso”.

Con tutti questi interventi dello Stato c’è il rischio di una statalizzazione dell’economia?

“Questo è il momento in cui lo Stato ha una grande presenza, ma se sarà una cosa stabile non va per nulla bene. Nel lungo periodo non possiamo pensare di risolvere i problemi stampando moneta o vivere di garanzie statali, sarebbe pure un disincentivo al lavoro”

L’FMI sostiene che solo nel 1945 il calo del Pil previsto per il 2020  aveva fatto peggio. Come nei tempi di guerra il denaro perderà valore? Quali rischi di una perdita d’acquisto sui mercati dovrà affrontare il risparmiatore ?

“Non ci sono segnali di maggiore inflazione, anche se gli Stati stanno stampando moneta, non vedo particolari rischi, ma questo è un terreno ancora sconosciuto”. 

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