Osnago

Crisi Voss, chiesto l'intervento della Regione

"La Regione faccia sentire la sua voce nella vicenda della Voss di Osnago, una storica torneria, presente in paese dal 1954, che ora rischia di chiudere a causa di una decisione improvvisa della proprietà"

Crisi Voss, chiesto l'intervento della Regione
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“La Regione si attivi per evitare la chiusura della  Voss di Osnago e far sì che i lavoratori siano tutelati”. Questo l'appello, o per meglio dire l'invito, lanciato dal consigliere dem lecchese Raffaele Straniero e  dal capogruppo del Pd in consiglio regionale Fabio Pizzul.

Crisi Voss, chiesto l'intervento della Regione

"La Regione faccia sentire la sua voce nella vicenda della Voss di Osnago, una storica torneria, presente in paese dal 1954, che ora rischia di chiudere a causa di una decisione improvvisa della proprietà" chiedono i due esponenti del Pd mentre dopo una giornata, quella di ieri, ad alta tensione davanti ai cancelli della azienda osnaghese.

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”La direzione dell’azienda aggiungono Straniero e Pizzul- ha annunciato di voler chiudere l’impianto e , ad oggi, non ha lasciato spiraglio alla mediazione, il che significherebbe il licenziamento di 70 lavoratori, molti over 50 anni, difficilmente ricollocabili, data la grave crisi che sta vivendo il territorio e comporterebbe un grave impoverimento del tessuto produttivo del meratese. La Regione non può stare a guardare: faccia sentire la sua voce autorevole per far sì che la proprietà della Voss si sieda al tavolo per esplorare tutte le strade per non lasciare senza lavoro 70 persone".

Audizione in commissione attività produttive

" Non è tollerabile il fatto che la proprietà intenda già trasferire i macchinari in Germania prima di aver chiarito quale possa essere il destino dei lavoratori. Abbiamo chiesto sia convocata al più presto in Commissione attività produttive un’audizione delle organizzazioni sindacali e datoriali, della Provincia e del Comune per evitare la chiusura dell’azienda. Nel frattempo, chiediamo alla Giunta di intervenire immediatamente presso l’azienda affinchè non ci siano azioni unilaterali, senza alcun confronto con i rappresentanti dei lavoratori, che pregiudichino definitivamente le prospettive del sito produttivo di Osnago”.

 

 

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