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Confapi Lecco e Sondrio, Piazza: "Siamo sempre più vicini alle imprese"

Intervista al direttore sui temi cari alle aziende, tra servizi, formazione, AI, eventi extra-lavoro e progetti speciali

Confapi Lecco e Sondrio, Piazza: "Siamo sempre più vicini alle imprese"
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Le imprese del nostro territorio stanno vivendo un periodo sicuramente singolare e per comprendere il loro stato di salute ci siamo rivolti a Marco Piazza, direttore di Confapi Lecco e Sondrio. Ne abbiamo approfittato per un approfondimento sulle condizioni dell’associazione che rappresenta e che proprio quest’anno festeggerà 75 anni dalla fondazione. È stata anche l’occasione per parlare di eventi extra-lavoro, di intelligenza artificiale e di progetti futuri.

Come si è aperto questo 2024 per le piccole e medie industrie della provincia di Lecco e di Sondrio? Quali sono le sensazioni per il proseguo dell’anno?

L’avvio è stato caratterizzato da una diffusa incertezza, che già si era manifestata nella seconda parte del 2023. Attualmente diverse aziende del territorio stanno cercando di prevenire i problemi, ricorrendo alla cassa integrazione. Purtroppo stiamo andando verso un periodo al ribasso, generato da uno scenario molto incerto: ciò è legato alle situazioni geopolitiche, all’inflazione, all’orientamento verso nuovi modelli industriali legati alla sostenibilità e più in generale a varie criticità in itinere. Non dimentichiamoci le materie prime: reperibilità e costi sono sempre più variabili, accompagnati da un’incertezza di poterle ricevere o meno, pensiamo per esempio alla situazione del Mar Rosso.

Il nuovo nome e ora il 75esimo anniversario di fondazione di Confapi Lecco Sondrio: che cosa bolle in pentola per quest’anno importante?

Oggi fare associazione è anche affiancare le aziende in attività di business e risoluzione delle problematiche quotidiane. Di conseguenza la nostra ristrutturazione, partita diversi anni fa e che ha subito una grossa accelerazione negli ultimi tre, ci ha portato a riorganizzarci in asset specifici secondo cinque aree che noi chiamiamo «Big Five»: Api Tech per l’innovazione e il trasferimento tecnologico; Rete Ufficio Estero; Formazione, ovvero un modello di gestione innovativo dove permettiamo alle imprese parecchia personalizzazione; Welfare, ossia un aspetto che viene gestito lavorando anche sulla formazione continua e sul rapporto con i dipendenti; Scuola. Questo è l’ultimo tassello di un percorso specifico, a cui siamo arrivati preparati: comprendiamo le esigenze delle aziende, delle scuole e degli studenti, riuscendo a «matchare» domanda e offerta.

Non ci ha detto nulla dell’anniversario…

Sì, sarà il primo fuoco d’artificio: il 23 maggio festeggeremo il nostro 75esimo. Ma in parallelo voglio sottolineare l’impegno profuso nel progetto rivolto alle scuole chiamato «La piccola impresa che vorrei». Sono 22 le classi partecipanti della provincia di Lecco, con altrettanti imprenditori e un totale di quasi 450 ragazzi. Il 31 marzo ci sarà la consegna dei lavori, il 18 aprile si terrà un evento conclusivo con le premiazioni, previsto al Cenacolo Francescano di Lecco, con l’esploratore e avventuriero Alex Bellini come special guest. Ai ragazzi abbiamo chiesto di esprimere la loro visione d’impresa, le loro aspettative, come vedono il mondo del lavoro e come lo vorrebbero.

Riesce a darci qualche numero sulla sua associazione e sui servizi erogati?

Oggi abbiamo circa 500 aziende associate e la nostra realtà conta 30 dipendenti. Abbiamo numeri particolarmente rilevanti sulla formazione, con 397 corsi organizzati, 565 aziende coinvolte e 4.071 lavoratori partecipanti. Sul fronte welfare il valore complessivo erogato è di 1.600.000 euro, con oltre 70 piani e 2.500 lavoratori coinvolti.

Vi state dedicando anche ad un ciclo di incontri su tematiche extra-lavoro: perché questa scelta e che cosa significa per il nostro territorio?

Ritengo che un’associazione come la nostra abbia il dovere di stimolare la riflessione e la cultura, sempre riferite al contesto in cui ci relazioniamo. Perciò abbiamo ideato meccanismi di partecipazione più allargata, cercando di favorire il contatto fra imprenditori e la convivialità, anche in situazioni meno «standard». Si tratta di generare occasioni di confronto per far sì che scocchi una scintilla, che possa nascere un qualcosa. La linfa vitale di Confapi sono imprenditori e il nostro compito è soddisfare le loro aspettative.

Il tema della formazione è strettamente legato alla diffusa carenza di lavoratori qualificati: quali sono le strategie che avete in essere per modificare la situazione?

Abbiamo compreso quanto gli imprenditori volessero andare a raccontarsi nelle scuole, per farsi comprendere dai ragazzi e mostrarsi effettivamente per quello che sono. In questo modo gli studenti vengono portati nella realtà, scoprono che intorno ad un’azienda gravitano tantissimi lavori e situazioni differenti, è utile per comprendere come sia articolato e complesso il nostro mondo. Per citare una strategia in atto penso alla terza edizione di Lecco Skills Lab che abbiamo preso in carico con piacere quest’anno, in precedenza gestito da altre realtà associative. Esistono poi altri progetti mirati al recupero dei Neet (chi non lavora, non riceve formazione e non studia) e più in generale alle risorse, da selezionare, formare e inserire nelle aziende tramite un percorso guidato.

Intelligenza Artificiale: le «vostre» PMI si stanno muovendo in questo senso? Qual è il valore aggiunto di quest’opportunità da sfruttare?

Questo tema è stato oggetto di un’indagine del Centro Studi di Confapi Lombardia ed è emerso che la conoscenza in materia è ancora molto bassa, così come la comprensione di ciò che effettivamente può dare. Nel dettaglio, il 36% non ne conosce le possibilità di uso, il 31% ne sa pochissimo e il 53% non è interessato al momento al suo utilizzo. Tuttavia sono convinto che entreremo tutti in questa nuova era, come abbiamo fatto con la digitalizzazione: certo, c’è da lavorare, ma si tratta di un naturale step evolutivo. A tal proposito ho un sogno nel cassetto: Lecco è la città del ferro, ma credo che abbia le risorse e le competenze per poter generare un polo informatico, di cybersecurity e di intelligenza artificiale. Queste potenzialità vanno semplicemente connesse: penso al Politecnico, alle associazioni, agli imprenditori illuminati. Andando sopra i campanilismi riusciremmo a generare opportunità di sviluppo, di lavoro e di business, con l’AI pronta ad accompagnarci in modo sereno verso il progresso.

Come sta Confapi? È una realtà in salute? In programma ci sono eventuali progetti speciali?

La nostra associazione sta bene e oggi abbiamo davanti tante cose da fare, che affrontiamo con entusiasmo e volontà. Personalmente posso contare su persone molto preparate, con cui condivido un certo spirito positivo. Inoltre diventare «confederazione» significa affermare ancora di più di avere un tema di appartenenza: siamo impegnati in tavoli di lavoro nazionali per esportare il nostro modello a livello centrale. A marzo saremo presenti per la prima volta a MECSPE, la fiera di riferimento per l’industria manifatturiera che si terrà a Bologna, con una collettiva organizzata per Confapi nazionale. Chiudo affermando che molto bolle in pentola, all’orizzonte ci sono tanto lavoro e progettazione per i prossimi mesi.

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