Brianza

Presunti abusi sulle "farfalle": prime due indagate

Ipotesi di reato di maltrattamenti per quanto sarebbe avvenuto all’Accademia di ginnastica ritmica di Desio

Presunti abusi sulle "farfalle": prime due indagate
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Umiliazioni e imposizioni su consumo di cibo ai danni delle "farfalle". Sono due le persone iscritte nel registro degli indagati dalla Procura di Monza, in relazione all’ipotesi di reato di maltrattamenti, per quanto sarebbe avvenuto all’Accademia di ginnastica ritmica di Desio, il centro di riferimento in provincia di Monza e della Brianza per gli allenamenti nazionale di ginnastica, composta dalle specialiste delle prove a squadre.

Presunti abusi sulle "farfalle",
sono due indagate

Secondo quanto reso noto dagli uffici della Procura brianzola e riportato da primaMonza.it, si tratta di due responsabili della gestione tecnica delle atlete azzurre. Per la precisione, Emanuela Maccarani, direttrice tecnica dell’Accademia internazionale e allenatrice della Nazionale italiana di ginnastica ritmica, e della sua assistente, Olga Tishina. Indagate già raggiunte da provvedimento di sequestro dei loro telefoni cellulari, contro il quale hanno proposto ricorso al Tribunale del Riesame di Monza.

Il fascicolo sarebbe stato aperto inizialmente contro ignoti, a seguito delle notizie di stampa diffuse dopo la denuncia pubblica di due ex ginnaste della squadra nazionale, relativa a "imposizioni e divieti relativi a consumo di cibi e bevande”, a ripetuti “controlli sul peso corporeo”, nonché “alle umiliazioni subite in caso di comportamenti ritenuti non adeguati”.

Il commissariamento del Centro di Desio

La due parti offese, minorenni all'epoca dei fatti, sono state sentite dagli inquirenti il 14 novembre scorso. A seguito di queste denunce a mezzo stampa, ai primi di novembre la Federginnastica aveva commissariato il Centro di Desio, attraverso una delibera d'urgenza del presidente federale Gherardo Tecchi (che si era detto “allibito”) scaturita dalla riunione con il ministro per lo Sport Andrea Abodi e il presidente del Comitato olimpico italiano Giovanni Malagò. Il provvedimento, oltre alla nomina di un commissario, il vicepresidente vicario Valter Peroni, prevedeva una nuova figura, un “duty officer” con il compito di vigilare sul rapporto tra atleti e tecnici.

 

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