Polemica

Pd di Brivio e Airuno contro il consigliere Scaccabarozzi: "Dichiarazioni lesive dei valori della Resistenza"

Le affermazioni rilasciate su Facebook fanno riferimento alla Festa della Liberazione.

Pd di Brivio e Airuno contro il consigliere Scaccabarozzi: "Dichiarazioni lesive dei valori della Resistenza"
Pubblicato:

Il Pd di Brivio e Airuno ha diffuso un comunicato in cui esprime il proprio disappunto nei confronti di alcune dichiarazioni rilasciate su Facebook dal consigliere comunale di Brivio Marco Scaccabarozzi sulla Festa della Liberazione.

Pd di Brivio e Airuno contro il consigliere Scaccabarozzi

Questa mattina, 26 aprile 2020, il coordinatore del Pd di Brivio e Airuno Luigi Gasparini ha diffuso un comunicato prendendo posizione contro alcune dichiarazioni rilasciate su Facebook dal consigliere comunale di Brivio Marco Scaccabarozzi in occasione della Festa della Liberazione: "Il direttivo del circolo prende le distanze ed esprime disappunto per le dichiarazioni offensive rese, a mezzo Facebook, dal consigliere comunale leghista di Brivio Marco Scaccabarozzi e da altri militanti - si legge nella nota - dichiarazioni gravemente lesive dei valori della Resistenza sanciti nella Costituzione italiana". In particolare, Gasparini si riferisce ad un post che il consigliere ha pubblicato ieri sul proprio profilo in cui dichiara: "Il 25 aprile avremo comunisti in piazza, delinquenti liberi, clandestini in crociera e noi italiani chiusi in casa".

La posizione presa dal Pd di Brivio e Airuno fa riferimento anche a "un commento pubblicato sotto al post in questione ma poi probabilmente cancellato - come ha spiegato Gasparini - in cui viene citato un libro accusatorio nei confronti dei partigiani il cui autore è stato querelato dall'Anpi per falsità". In questo commento il consigliere leghista avrebbe scritto: "In memoria e ricordo delle 2365 (secondo alcune fonti) donne violentate e uccise dai partigiani. In memoria e ricordo delle decine di migliaia di vittime che seguirono. In memoria e ricordo di Giuseppina Ghersi, una bambina di appena 13 anni, studentessa delle magistrali alla Rossello. Giuseppina fu prelevata quella mattina, picchiata, stuprata e uccisa dai partigiani. La sua colpa: scrisse un tema che la maestra inviò al Duce ottenendone i complimenti. Non fu guerra civile, no. In guerra si ha la possibilità di combattere. Non ci furono processi, no. Solo "ingiustizia" sommaria. Fu genocidio, pulizia etnica e politica: uomini, donne, bambini, impiccati, fucilati, trucidati, appesi, umiliati. Non ci sono eroi in tutto ciò, tanto meno idoli. Eppure ancora oggi sui libri di scuola ai nostri ragazzi tutto ciò viene taciuto, omesso, non viene raccontato, almeno non come andrebbe, come un popolo unito dovrebbe fare. Si continua a portare avanti un'opera di propaganda a senso unico senza fine.  L'umiliazione più grande per quelle vittime. Un giorno che sancisce e condannò l'Italia al colonialismo, a feudo anglo-americano. Festeggiare? No grazie, non ci riesco, preferisco stare in silenzio e ricordare".

Seguici sui nostri canali