#Ripartiamo

Oltre 100 parrucchieri ed estetisti della provincia di Lecco protestano virtualmente

"Riaprire prima si può, in sicurezza”

Oltre 100 parrucchieri ed estetisti  della provincia di Lecco protestano virtualmente
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Più di cento rappresentanti della categoria benessere, di Confartigianato Imprese Lecco,  parrucchieri, estetisti, tatuatori, hanno partecipato oggi all’incontro virtuale di protesta “#Ripartiamo: riaprire prima si può, in sicurezza”, pensato per proseguire l’azione di pressing per la ripresa delle attività legate alla filiera benessere. “La politica deve avere il coraggio di prendere decisioni – sono state le parole introduttive del segretario generale Vittorio Tonini – i nostri parlamentari devono fare la loro parte per darci una mano”. Ospiti virtuali del confronto diretto con gli artigiani sono stati infatti i deputati lecchesi Gianmario Fragomeli e Roberto Ferrari, oltre ai senatori Antonella Faggi e Paolo Arrigoni.

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#ripartiamo: oltre 100 parrucchieri ed estetisti lecchesi protestano virtualmente

Chiara l’invocazione di aiuto del presidente lecchese di categoria Giuseppe Lacorte: “Siamo pronti ad applicare tutte le procedure necessarie, abbiamo voglia di tornare al lavoro. Abbraccio i miei colleghi che stanno soffrendo. Ce la dobbiamo fare: siamo più forti del virus”. E’ toccato invece a Tiziana Chiorboli, presidente nazionale di Confartigianato Benessere, puntare il dito “sulle rigorose misure di rafforzamento già spiegate a Inail”.

Cosa impedisce di far ripartire una categoria tanto normata e normabile

La domanda, insomma, resta in campo: cosa impedisce di far ripartire una categoria tanto normata e normabile? “Abbiamo già fatto presente al ministro quanto il vostro settore adotti già sufficienti misure di sicurezza – sono state le parole di Antonella Faggi – e come le riaperture anticipate di analoghe attività in altre regioni possano finire per penalizzarvi”. “Ho letto attentamente la vostra lettera di dolore – ha proseguito Arrigoni – con il 25% delle attività a rischio chiusura e 50mila posti di lavoro in bilico. Le regioni hanno già proposto al governo che dall’11 maggio siano aperti tutti gli esercizi e che dal 17 maggio siano le regioni ad avere voce in capitolo”. Tre richieste nette da parte di Ferrari: “Regole certe per la riapertura,  chiarezza sui costi per la sanificazione e contrasto a chi lavora in nero”. Fragomeli, invece ha puntato il dito sul decreto ormai all’orizzonte: “Le scadenze fiscali andranno rinviate: non possono ripartire a giugno con tante attività che riaprono a maggio. Occorre poi ragionare anche sui tipi di attività: il vostro caso, che ben si presta ad accessi controllati, è completamente diverso da bar e ristoranti”. Apertura di credito anche da parte del sindaco di Lecco, Virginio Brivio: “Sono certo che il vostro protocollo sia garanzia di sicurezza: aiutiamoci tutti al fine di presidiare quei luoghi in cui c’è contatto fisico”.

Attendiamo ora regole certe per il definitivo via libera a parrucchieri ed estetisti

A chiusura dei lavori, l’intervento del presidente di Confartigianato imprese Lecco, Daniele Riva. “Tutte le nostre imprese che hanno già riaperto hanno mostrato assoluta coscienza verso le procedure. Nessuna sorpresa: l’imprenditore artigiano lavora fianco a fianco con i propri dipendenti, ed è il primo a voler rispettare le regole. So che molti di voi, per la categoria benessere, sono pronti a partire domattina. Attendiamo ora regole certe per il definitivo via libera. In risposta ai giustificati messaggi di desolazione di tanti colleghi, faccio invece mie le parole di Lacorte, e ribadisco che ce la faremo:  siamo tutti già usciti da situazioni ugualmente gravi. Il fatto di essere qui oggi significa che siamo tutti uniti, e che l’associazione è presente e pronta a rispondere ad ogni richiesta. Rivolgo due richieste chiare ai parlamentari. Primo, di non mettere in atto sulla nostra pelle sterili giochi di ruolo tra maggioranza e opposizione. Secondo, di bloccare davvero i versamenti tributari di qualunque entità e misura, dopo un mese che ha fatto segnare un calo medio di fatturato del 70%”.

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