A Lomagna

Il camion militare che trasporta le bare dei morti di Covid sostituisce il presepe FOTO

A Corte Busca Gesù Bambino è nato in uno scenario insolito, per ricordare i mesi difficili che stiamo vivendo.

Il camion militare che trasporta le bare dei morti di Covid sostituisce il presepe FOTO
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Un presepe diverso dalla rassicurante Natività alla quale siamo abituati, che colpisce come un pugno allo stomaco ma riesce comunque a lanciare un messaggio di speranza.
Questo il senso del presepe allestito nelle scorse settimane all’ingresso del centro diurno di Corte Busca che, come tutte le strutture socio-assistenziali dedicate agli anziani, ha vissuto mesi di grande difficoltà e apprensione in questo anno segnato dal Covid.

Un presepe nel camion militare per ricordare i morti di Covid

«L’anno scorso abbiamo realizzato un presepe tradizionale molto grande con la collaborazione di Pietro Ronconi, appassionato di presepi di Garbagnate Monastero. Quest’anno gli ho proposto di realizzare qualcosa di minimale, di essenziale, che potesse rappresentare questo periodo» ha spiegato il coordinatore del centro Maurizio Volpi. Così Ronconi, con gli altri volontari che ogni anno gli danno una mano, Enrico Bonfanti, Mattia Longhi e Antonio Rigamonti, ha riprodotto un camion dell’esercito come quelli che in primavera abbiamo visto tristemente sfilare a Bergamo per trasferire le bare dei morti di Covid. Nella parte anteriore del mezzo un Gesù bambino, completamente solo, adagiato in una mascherina; sul fianco del camion una poesia che è circolata un po’ ovunque durante la pandemia, leggermente modificata per renderla universale.

L'appello al sindaco di Bergamo

«E’ una rappresentazione simbolo di quest’anno, con la scritta “Mola mia” sui cerchioni per ricordare Bergamo, ma con l’intento di lanciare un messaggio molto più ampio: anche nei momenti bui, nei quali la sofferenza sembra non lasciare spazio ad altro, può nascere una speranza, una fiducia che il futuro possa essere migliore - ha aggiunto Volpi - Ci piacerebbe tanto che questo messaggio arrivasse a Giorgio Gori, sindaco di Bergamo, e saremmo davvero felicissimi se volesse venire a visitare il nostro presepe. La sua città è stata il simbolo della lotta al Covid e abbiamo voluto ricordare quei mesi difficili nel nostro presepe».

Un allestimento che "colpisce dritto allo stomaco"

Ad ammirare l’allestimento nei giorni scorsi sono però passati intanto il sindaco di Lomagna Cristina Citterio e il parroco don Lorenzo Radaelli, che si sono complimentati per la potenza del messaggio lanciato da quella Natività solitaria. «So che è un allestimento d’impatto, un pugno che colpisce dritto allo stomaco perché ci ricorda uno dei momenti più dolorosi di quest’anno. L’obiettivo non è però quello di rappresentare uno scenario negativo fine a se stesso, ma di ricordare che c’è sempre un motivo per andare avanti. C’è poi un duplice significato: con la frase “Fratello mio, non ti posso abbracciare, ma tu non mollare proprio adesso” abbiamo voluto far capire lo stato d’animo di tanti operatori socio-sanitari, che ormai da mesi sono diventati la famiglia degli ospiti delle strutture come la nostra ma non hanno nemmeno potuto rassicurare gli anziani con un abbraccio» ha concluso Volpi, ripercorrendo con il pensiero i mesi più difficili affrontati dal personale e dai «nonnini» di Corte Busca.

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