Tradate

Due richiedenti asilo positivi al Covid "persi" durante il trasferimento

Due infetti mancano all'appello. Il sindaco di Tradate: "Inutile cercare di limitare il contagio se le strutture preposte sono incapaci di applicare le normative di legge"

Due richiedenti asilo positivi al Covid "persi" durante il trasferimento
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A comunicarlo ieri in consiglio comunale il sindaco di Tradate (località in Provincia di Varese) Giuseppe Bascialla: due degli 8 richiedenti asilo positivi al coronavirus della Barbara Melzi trasferiti dopo le proteste di giovedì hanno fatto perdere le proprie tracce.

Richiedenti asilo positivi al Covid, trasferiti e fuggiti

Ombre sempre più lunghe e aria sempre più turbolenta sul centro d’accoglienza per richiedenti asilo alla Barbara Melzi e, soprattutto, sulla sua gestione da parte della Croce Rossa. La protesta di giovedì pomeriggio e le tante voci circolate dall’interno della struttura (ora al vaglio del Prefetto che dovrà chiarirne la veridicità) ravvivano il fuoco di una polemica che si era già fatta forte dopo la notizia dei primi 24 casi positivi al coronavirus. L’ultima puntata è stata resa nota ieri sera, venerdì 29 maggio, in apertura del consiglio comunale dal sindaco di Tradate Giuseppe Bascialla: due dei “nuovi positivi” sono fuggiti.

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I precedenti della vicenda

Bascialla ha ripercorso sin dall’inizio l’intera vicenda, ribadendo quanto aveva già spiegato in una conferenza stampa precedente: dal contagio delle suore canossiane nell’altra ala del Castello Pusterla, ai “movimenti e comportamenti superficiali” degli operatori della Croce Rossa che si muovevano fra le due aree, di cui una in quarantena, con solo la mascherina. Le mancate risposte dei responsabili della Croce Rossa, l’ordinanza per la quarantena e il primo caso che poi diventano 24, su 38 ospiti e le rassicurazioni dalla Prefettura sulla divisione dei malati dai sani su due piani diversi della struttura. Dopo questi fatti, Bascialla aveva anche scritto al Prefetto chiedendo di verificare la correttezza dell’operato da parte del gestore del centro, la Croce Rossa provinciale, e subito dopo chiedendo la rescissione del contratto di gestione come chiesto anche dalla sezione della Lega e dal senatore Stefano Candiani. “Dopo una settimana ho scritto nuovamente al Prefetto Dario Caputo, avvertendolo che i tempi della mia ordinanza di quarantena stavano scadendo e che non avevo la facoltà di rinnovarla” ha aggiunto il sindaco.

Il secondo tampone e le proteste

Nessuna risposta dal Prefetto, e intanto a tutti i richiedenti asilo veniva effettuato un secondo tampone di controllo. Questi hanno rivelato che dei 14 risultati sani al primo tampone, 8 ora avevano il coronavirus. Segno che qualcosa, all’interno, nella prima separazione dei positivi dai negativi potrebbe non aver funzionato a dovere. Giovedì appunto la protesta, con i richiedenti asilo che hanno chiesto e ottenuto il trasferimento dei malati. Trasferimento avvenuto in serata, in direzione dell’Hotel Michelangelo di Milano e poi, venerdì mattina, da questo all’ospedale di Cuasso al Monte (“scelta che mi sembra spropositata”, ha aggiunto Bascialla) dove è stato allestito un reparto per i pazienti in attesa del doppio tampone negativo. Qualcosa però in queste fasi è nuovamente andato storto.

Da otto a sei: due infetti “persi”

Da qualche parte nei trasferimenti però si sono “persi” due dei richiedenti malati di Covid di cui non si ha più traccia.

“Sono spariti – ha spiegato il sindaco – E’ inutile che noi cerchiamo di limitare la diffusione del coronavirus quando le strutture predisposte a farlo sono incapaci di applicare le normative di legge. Quello che è successo alla Melzi: l’estrema difficoltà di inserimento di certe persone ormai presenti da 5 anni e il comportamento di questi due che scappano nonostante positivi, che ora dobbiamo cercare sperando non diffondano ulteriormente il virus”.

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