Primo cittadino di Casatenovo

Coronavirus, l'intervista al sindaco medico: "Zangrillo ha ragione..."

"In ospedale non stanno più arrivando pazienti gravi, con le patologie polmonari strettamente legate al Covid, ma persone con altri disturbi e che risultano positive al tampone"-

Coronavirus, l'intervista al sindaco medico: "Zangrillo ha ragione..."
Pubblicato:

C’è un sindaco che il picco dell’emergenza Coronavirus non l’ha vissuto tra municipio e strade del paese, ma dalla prima, primissima linea, a tu per tu con i malati. Perché Filippo Galbiati, oltre a essere primo cittadino di Casatenovo, è medico dirigente di Medicina d’urgenza e Pronto soccorso all’ospedale Niguarda a Milano. Fino a poche settimane fa c’era lui, insieme ai colleghi, in mezzo a quello tsunami di pazienti affetti da gravissime insufficienze respiratorie che in pochissimi giorni, tra la fine di febbraio e l’inizio di marzo, hanno saturato i letti delle terapie intensive degli ospedali lombardi.

Coronavirus, il racconto del sindaco medico

«Ma nelle ultime tre settimane la situazione è cambiata - spiega - Ovviamente il virus non è scomparso, ma ha ragione il professor Zangrillo quando sostiene che il Covid oggi è clinicamente irrilevante: in ospedale non stanno più arrivando pazienti gravi, con le patologie polmonari strettamente legate al Coronavirus, ma persone con altri disturbi e che risultano positive al tampone. Viviamo una situazione molto diversa, che comunque non ci permette ancora di abbassare la guardia nei comportamenti quotidiani».  Diametralmente opposto invece quanto accadeva poco più di tre mesi fa. Quando vi siete realmente accorti che il Covid era arrivato anche in Lombardia? «La percezione di avere a che fare con qualcosa di nuovo, di inaspettato, l’abbiamo avuta sin da subito perché l’eco di quanto stava accadendo a Codogno ci è arrivato rapidamente da un ex collega che ha lavorato con me per 15 anni. A differenza di quanto successo a Lecco e soprattutto a Merate, dove gli ospedali hanno risentito della vicinanza con la Bergamasca e dove i colleghi hanno svolto un lavoro egregio, a Milano il virus ha avuto un effetto meno devastante e abbiamo avuto un po’ più tempo per organizzarci».  L’ondata comunque ha travolto anche Niguarda e non è stato semplice arginarla.  «In quei giorni il lavoro mi ha assorbito completamente e quando alcuni colleghi hanno cominciato a risultare positivi al virus è subentrato il sentimento dell’angoscia. Un’angoscia che è diventata preoccupazione, non tanto per me ma per i miei familiari, in modo particolare per i miei figli. Poi c’è stato il momento della stanchezza, ma quello è arrivato dopo, perché durante l’emergenza era necessario rimanere concentrati».

L'intervista completa a Filippo Galbiati sul Giornale di Merate in edicola tutta la settimana oppure in edizione digitale sfogliabile a questo link

Seguici sui nostri canali