Aggiornamento al 1° aprile

Coronavirus, ecco i dati del contagio nel Lecchese e in Bergamasca

Il bollettino quotidiano dell'assessore regionale al Welfare Giulio Gallera.

Coronavirus, ecco i dati del contagio nel Lecchese e in Bergamasca
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Sono stati superati i 1500 cittadini positivi al Coronavirus in provincia di Lecco. Lo ha detto oggi, nel consueto appuntamento pomeridiano, l'assessore di Regione Lombardia Giulio Gallera. 

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Il dato ufficiale è di 1516, con una aumento, rispetto a quello di ieri, di 46 casi "in linea con con quello dei gironi precedenti" ha specificato l'assessore sottolineando un quadro in miglioramento in tutta la regione.

Complessivamente, in Lombardia i soggetti positivi sono 44773 (1565 in più rispetto a ieri, il giorno precedente l’incremento era stato di 1047 persone). " E' in linea con quello dei giorni passati perché abbiamo processato un maggior numero di tamponi – ha spiegato Gallera -. Oggi ne abbiamo processati 121 mila, ieri invece 114 mila". I pazienti ricoverati sono 11927 (44 in più di ieri, il giorno precedente erano stati 68 i nuovi accessi), a cui si aggiungono 1342 persone in terapia intensiva (18 in più). Cresce purtroppo il numero delle vittime, salite a 7593, con 394 decessi in più registrati nelle ultime 24 ore (in il giorno precedente erano state registrate 381 vittime).

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Negli ultimi 20 giorni siamo riusciti a non dare al virus corpi di cui nutrirsi, dobbiamo continuare così".

E proprio in considerazione della minor virulenza del Covid-19, o per lo mendo di una minor diffusione del virus, l'assessore Gallera ha ricordato l'importanza di continuare  a tenere duro. "Sarebbe folle vanificare tutto ora". Il riferimento alla Circolare ministeriale relativa alle cosiddette "passeggiate con i bambini".

Già il Governatore  Attilio Fontana si era espresso molto duramente e anche Gallera ha ribadito l'inopportunità di qualsiasi tipo di allentamento della tensione e dei provvedimenti. "Io so che è dura stare in casa, soprattutto se si hanno dei bambini. Bisogna sempre inventarsi qualcosa di nuovo da fare con loro. Ma non possiamo fare altrimenti e non dobbiamo dare messaggi che possiamo fare pensare il contrario. Solo lo stare in casa ci ha permesso di iniziare oggi a vedere la luce in fondo al tunnel. Ora non dobbiamo creare le condizioni per un ritorno del Coronavirus. Negli ultimi 20 giorni siamo riusciti a non dare al virus corpi di cui nutrirsi, dobbiamo continuare così".

 

 

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