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Olimpiadi 2026: occasione unica per il nostro futuro

L’assessore regionale Massimo Sertori, ospite di Netweek, ha fatto il punto sui giochi invernali di Milano-Cortina

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"Le Olimpiadi rappresentano l'evento più importante che ospiteremo in Italia nei prossimi 10 anni. Un'opportunità da cogliere al volo e che renderà l'asse Milano-Lario-Valtellina il terreno nel quale si giocherà il futuro dei nostri figli". Non ha dubbi l'assessore regionale agli Enti locali, Montagna e Risorse energetiche Massimo Sertori sull'opportunità ghiotta che i giochi olimpici invernali Milano Cortina potranno riservare sui territori nel 2026. Sertori è intervenuto mercoledì 28 febbraio nel corso dell'intervista ospitata nella sede meratese del Gruppo Netweek e che è poi sfociata al Fondo Brugarolo di Sulbiate per una colazione di lavoro che lo ha visto confrontarsi con numerosi imprenditori e rappresentanti di istituzioni e associazioni di categoria.

Il video della visita di Sertori

L'intervista all'assessore Sertori

Opere pubbliche in vista della grande vetrina, energie rinnovabili e rapporti con la Svizzera al centro dei ragionamenti di Sertori, che ha sottolineato la portata che riserveranno le prossime sfide che stanno vedendo all'opera la Regione Lombardia, la quale intanto preme sull'idroelettrico, tanto che ha bandito due gare, ed esamina i benefici del contributo richiesto ai frontalieri che usufruiscono dei servizi sanitari lombardi.

Come procedono i lavori in vista delle Olimpiadi

Mancano meno di due anni alle Olimpiadi di Milano Cortina 2026, una domanda che spesso ci si chiede a questo punto è se tutte le opere programmate riusciranno effettivamente ad essere "pronte". Basti pensare, ad esempio, che negli ultimi giorni diversi cantieri hanno rilevato criticità, come Villaggio olimpico e pista da bob ...

"Occorre subito una premessa: le opere sono "in pista" grazie alla manifestazione dei giochi olimpici. Proprio in vista di questi ultimi, siamo riusciti ad intercettare i finanziamenti e le abbiamo messe in moto con procedure più rapide rispetto a quelle ordinarie. Si tratta di opere dal costo di oltre 1 miliardo. Anche il Pirellone ha stanziato 580 milioni di euro. Stiamo parlando di cantieri che avremmo comunque dovuto realizzare nel corso della legislatura ma che hanno ricevuto una spinta importante proprio in previsione della manifestazione. Li abbiamo scelti ragionando sugli assi degli hub di arrivo, gli aeroporti di Milano Malpensa e Bergamo Orio al Serio, proseguendo verso Lecco, Bergamo, Milano, Strade statali 36 e 38, fino ad arrivare alla Valtellina, sia per ferro che per gomma. Tutti territori questi in cui gli interventi rimarranno tangibili. Solo sulla ferrovia, nella tratta Lecco-Tirano, per fare un esempio, sono circa 350 milioni i soldi che Rfi spende per fare opere di miglioramento. C'è poi un'altra impresa titanica che ci vedrà coinvolti: tra Colico e Tirano verranno infatti eliminati 17 passaggi a livello grazie alla messa a disposizione di 80 milioni. Oggi il 70% dei guasti e dei fermi dei treni dipende dalla rete e non dal materiale rotabile. Di questo la causa maggiore coincide proprio col malfunzionamento delle barriere. Capite bene quanto ridurremo tali casistiche? In generale, quello che avremmo fatto in 20/30 anni, lo faremo in 5. Il risultato finale? Lo conosceremo solo a opere finite. Sullo stato dell'arte, possiamo affermare che i lavori che riguardano Anas sono partiti. Lo svincolo di Dervio e Piona è oggetto di attenzione, così come lo è la Tangenziale a sud di Sondrio, che sarà interessata dalla realizzazione di un cavalcavia, in grado di bypassare proprio l'attuale passaggio a livello".

Lle Olimpiadi rappresentano una sfida per tutta la provincia di Sondrio e i territori dell'asse Milano-Livigno. Ma sino ad oggi c'è stato poco coinvolgimento e la Fondazione sta facendo poche iniziative sul territorio. Perché?

"In generale c'è poca percezione. Non è ancora stato percepito il potenziale che esse avranno. Bisogna però partire con l'effetto contaminazione. I giochi devono diventare della gente. E sarà una vetrina mondiale da non perdere. L'asse Milano, Lario e Valtellina si gioca il proprio futuro anche sulla possibilità di creare "connessioni" che vadano al di là dagli aspetti dell'indotto economico e dell'accoglienza. Avremo una straordinaria opportunità di decidere cosa proporre agli occhi del mondo. Non sarà solo un evento di presenza fisica, anche per questioni di sicurezza e ticketing, e non sarà nemmeno un'invasione delle cavallette. Ma sarà invece l'occasione per mostrare il bello".

Energie rinnovabili e le potenzialità dell'idroelettrico

Parlando di energie rinnovabili: oggi la Regione produce oltre il 27% di tutta l'energia idroelettrica italiana, è l'idroelettrico l'energia rinnovabile migliore per il territorio? Bandite due gare, è spuntato il ricorso dei produttori. Che si fa?

"Partiamo dal dato che certifica come la nostra regione, da sola, produca il il 27% dell'energia idroelettrica d'Italia. Di questa, metà viene prodotta in Valtellina. Rispetto alle fonti di energia rinnovabile (cioè prodotta da acqua, sole e vento, ndr) ad oggi l'idroelettrico in Italia rappresenta il 40%. Le politiche vanno dunque nella direzione di potenziare l'utilizzo delle rinnovabili, che è un vantaggio per tutti. Nel 2018 il governo gialloverde, con la legge che ha cambiato il paradigma che si rifaceva ad una sorta di project financing ante litteram del 1999, ha mantenuto il principio secondo cui, una volta scaduta la concessione e ammortizzato il bene, le dighe non andranno più a titolo gratuito allo Stato bensì alla regione. Una legge che ha portato miliardi di patrimonio proprio alle casse regionali. E quindi quella legge diceva che, scaduta la concessione, si sarebbero potute fare 3 tipologie di gare. Poi ci siamo messi in pista per predisporre queste gare, e i miei uffici hanno cominciato fare tutte le procedure del caso. L'inizio delle gare doveva partire entro il 2023, altrimenti lo Stato avrebbe riportato a sé tutti i poteri.

Da lì si è aperta una discussione all'interno della nostra maggioranza. Per esempio, c'è chi ha fatto presente come all'estero le gare non vengano fatte bensì prorogate e di fatto indire una gara avrebbe significato far competere realtà internazionali in modo difforme. E così abbiamo trovato una soluzione insieme al ministro dell'Ambiente Gilberto Pichetto Fratin, mantenendo i tre sistemi di gara precedenti, aggiungendo però la quarta via, che ha previsto la possibilità di fare una trattativa con il concessionario uscente, attraverso la quale si sarebbe raggiunto un prezzo di mercato per chiuderla e aprirne una nuova, a condizione che, prima di aprirla, venissero azzerati tutti i contenziosi che aveva con l'Ente. Se invece non si raggiungeva un valore di mercato, la Regione poteva azzerare tutto e fare una nuova tipologia di gara. La legge ha quindi messo d'accordo tutti i partiti trasversalmente ma anche le regioni e lo Stato. Non era in contrasto con l'attuale normativa europea. Tale legge necessita tuttavia di una trattativa con Bruxelles, perché leggermente difforme agli impegni presi. Penso verrà ripresa dopo le Europee. Intanto Regione Lombardia ha indetto le due gare, proprio per restare nei tempi prestabiliti. Questi sono i motivi per cui ci sono stati i ricorsi.

Nel frattempo, una settimana fa sono arrivate 5 sentenze in terzo grado che hanno dato ragione in modo schiacciante alla regione. Perché, visto che la concessione era scaduta e i lavori erano proseguiti anche in virtù dello stallo delle gare, i concessionari hanno dovuto pagare i canoni aggiuntivi (visto che stavano operando con un canone ammortizzato). Canoni il cui costo si sostanzia in circa 20 euro/chilowatt e che sono confermati. Parallelamente ho creato una task force per ricostruire la resa precedente anno per anno. La battaglia dunque non si ferma prosegue e puntiamo a vincere la guerra".

Il  tema dei lavoratori frontalieri

Quest'anno la legge finanziaria ha istituito una "tassa" sui frontalieri: un contributo per usufruire della sanità in Italia. Una formula questa che consentirebbe di aumentare gli stipendi del personale sanitario che lavora nell'area di confine.

"Siamo di fronte al primo esempio di federalismo fiscale nel nostro Paese. In sostanza, si è deciso che i frontalieri, circa 80mila, dovranno corrispondere un contributo che varia dal 3 al 6% della paga netta, qualora decidessero di ricorrere alla sanità italiana. Il frontaliere può decidere quale sanità usufruire. Chi decide di optare per l'Italia, ottiene un tesserino sanitario, cosa che si faceva già fino al 2000 e che ha dunque creato un vuoto normativo. Il Mef si è accorto di ciò e alla fine, dalle nostre simulazioni, con un'applicazione pari al 3% viene fuori una quota di 120 euro per loro e i figli a carico. Ma la vera novità della legge è che i soldi che si raccoglieranno da questo contributo, non andranno a Roma, come accade per i tributi, resteranno sul territorio e serviranno per incrementare gli stipendi di medici e infermieri, in quanto c'è una calamita svizzera che è enorme e che rischia di far chiudere i presidi al confine col Paese elvetico. Mi sembra una legge di assoluto buon senso".

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