Imbersago

La Reliquia del Beato Carlo Acutis alla Madonna del Bosco

Sarà  una intera settimana, tra il 12 e 19 settembre,  quella dedicata al beato, giovane milanese che morì a soli 15 anni nel 2006 per una leucemia fulminante

La Reliquia del Beato Carlo Acutis alla Madonna del Bosco
Pubblicato:
Aggiornato:

Proseguono al  santuario della Madonna del Bosco  le iniziative di “Ora viene il Bello”, la rassegna proposta dalla Cei e dal Collegamento dei Santuari Italiani. Dopo il cammino di preghiera nei luoghi significativi intorno al Santuario, la Via Crucis lungo il percorso nel bosco,  l’adorazione notturna, i giorni del Perdono di Assisi e le celebrazioni in  Beato Cardinale Ildefonso Schuster, a Imbersago giungerà un reliquia del Beato Carlo Acutis.

La Reliquia del Beato Carlo Acutis alla Madonna del Bosco

Sarà  una intera settimana, tra il 12 e 19 settembre,  quella dedicata al beato, giovane milanese che morì a soli 15 anni nel 2006 per una leucemia fulminante.   Domenica 12, alle 15.30, è prevista l’accoglienza della Reliquia che verrà esposta alla venerazione e alla preghiera dei fedeli. Quindi alle 16 verrà celebrata la messa solenne.

Da lunedì, oltre le celebrazioni solite di ogni giorno, tutte le sere alle 20.30 si terrà un momento di preghiera al quale sono invitati le famiglie, le parrocchie, gli oratori e i gruppi giovanili.

Il percorso di fede e devozione terminare à domenica 19 con la Giornata del Pellegrino, con una particolare attenzione all’accoglienza di quanti giungeranno al Santuario.

Chi è Carlo Acutis

Nonostante quello che si potrebbe pensare di un giovane candidato agli onori degli altari, Carlo era un ragazzo assolutamente normale, come la maggior parte dei suoi coetanei, ma con un’armonia assolutamente speciale, grazie alla sua grande amicizia con Gesù - si legge nel sito ufficiale della Associazione Carlo Acutis -  Oltre ai doveri principali del suo stato come quello di studente e figlio, riesce a trovare il tempo per insegnare catechismo ai bambini che si preparano alla Prima Comunione e alla Cresima; a fare il volontariato alla mensa dei poveri dei cappuccini e delle suore di madre Teresa; a soccorrere i poveri che vivono nel suo quartiere; ad aiutare i bambini in difficoltà con i compiti; a fare opere di apostolato con internet; a suonare il sassofono; a giocare a pallone; a progettare programmi con il computer; a divertirsi con i videogiochi; a guardare i film polizieschi e a girare filmini con i suoi cani e i suoi gatti. “Essere sempre unito a Gesù, questo è il mio programma di vita”, scriveva quando aveva solo sette anni. E da allora è stato sempre fedele a questo programma fino alla sua dipartita per il Cielo avvenuta tra l’11 e il 12 ottobre del 2006 presso l’Ospedale San Gerardo di Monza. Sin da piccolo Carlo ha sempre mostrato una grande attrazione verso “il Cielo”. Per una speciale circostanza, data la sua non comune maturità nelle cose di Fede e il suo grande amore per il Sacramento dell’Eucaristia, Carlo fu ammesso alla Prima Comunione a soli sette anni e da allora non ha mai mancato all’appuntamento quotidiano con la Santa Messa e un po’ di adorazione eucaristica o prima o dopo la Messa e il Rosario quotidiano. Carlo scrive che quando “ci si mette di fronte al sole ci si abbronza... ma quando ci si mette dinnanzi a Gesù Eucaristia si diventa santi”. Per Carlo “l’Eucaristia è la sua autostrada per il Cielo”, e anche il mezzo più potente per diventare santi in fretta. Famosa è la sua frase: “Tutti nascono originali ma molti muoiono come fotocopie”. Per non morire come fotocopia Carlo attinge alla fonte dei Sacramenti, che per Carlo sono i mezzi più potenti per crescere nelle virtù, segni efficaci della misericordia infinita di Dio per noi. Grazie all’Eucaristia Carlo rafforza in modo eroico la virtù della fortezza, che gli donerà quel coraggio comune a tutti i santi, per andare sempre controcorrente e opporsi ai falsi idoli che il mondo costantemente ci propone.
L’Eucaristia alimenta inoltre in lui un fortissimo desiderio di sintonizzarsi costantemente con la voce del Signore, e di vivere sempre alla sua presenza. Facendo così, Carlo riesce a portare quello stile di vita appreso alla scuola dell’Eucaristia: lo stare tra i banchi di scuola, in pizzeria con gli amici o in piazzetta per la partita di pallone, o usare il computer, diventa Vangelo vissuto. Carlo è riuscito in modo straordinario, pur vivendo una esistenza ordinaria come quella di tanti, a dedicare la propria vita, attimo dopo attimo, al fine più alto a cui tutti gli uomini sono chiamati: la beatitudine eterna con Dio. Carlo, “l’innamorato di Dio”, ha vissuto questa forte presenza del divino nella sua vita terrena e ha cercato in tutti i modi di trasmetterla generosamente anche agli altri e tutt’ora, continua a intercedere affinché tutti possano mettere Dio al primo posto nella propria vita e dire come Carlo: ”Non io ma Dio”“Non l’amor proprio ma la gloria di Dio”“La tristezza è lo sguardo rivolto verso se stessi , la felicità è lo sguardo rivolto verso Dio”.

 

Seguici sui nostri canali