La petizione di nonno Fulvio: "Troppi compiti per i bimbi"
Il pensionato di Robbiate ha deciso di scendere in strada con un banchetto per raccogliere firme

Al cuor non si comanda, soprattutto se si parla del cuore di un nonno. E proprio per amore dei suoi nipotini Fulvio Fontana, 63 anni, casa a Robbiate e fabbro in pensione dal 2021, ha deciso di scendere in strada con un banchetto per raccogliere firme di chi - genitori, nonni, zii e fratelli- come lui crede che i compiti scolastici assegnati ai bimbi siano troppi.
La petizione di nonno Fulvio: "Troppi compiti per i bimbi"
Ogni venerdì, da ormai diverse settimane, dalle 7.30 alle 10.30 nonno Fulvio si piazza all’ingresso della scuola primaria di Robbiate con il suo banchetto e il cartellone «Meno compiti a casa per elementari, medie e superiori».
«E ormai un anno che porto avanti quest’iniziativa - ha spiegato - Prima mi ero posizionato a Merate, ora a Robbiate, sempre con l’autorizzazione del Comune. In entrambi i casi ho trovato grande sostegno e i permessi mi sono stati dati subito. L’anno prossimo vorrei spostarmi a Lecco, perché la mia battaglia è per tutta l’Italia».
Per far valere le proprie idee il 63enne, grazie all’aiuto di amici, ha scoperto l’esistenza di tre circolari ministeriali degli anni ‘60, la 177, la 143 e la 62, riguardanti proprio la necessità di regolare la mole di compiti scolastici e garantire il riposo festivo per gli studenti.
«Sono di qualche anno fa, ma sono state riconfermate, non sono documenti superati - ha commentato - E’ la prima volta che mi cimento in campo sociale e lo faccio per miei nipoti, Crystal, di 13 anni, e Leonardo, di 8. Fino alla terza elementare Crystal non ha avuto problemi, dalla quarta la mole di compiti ha cominciato a diventare sempre più importante ed è cresciuta ancora quando ha cominciato le medie. Ha provato a dover studiare fino alle 9 di sera. I bambini devono essere liberi, devono avere il tempo di giocare, svagarsi e fare sport. Lei è molto brava in kung fu e ha già vinto anche delle gare, ma ha dovuto rinunciare all’ultimo campionato perché aveva troppo da studiare. Magari lo sport è la sua strada ed è troppo oberata con la scuola per scoprirlo».
A preoccupare nonno Fulvio è anche la pressione e l’agitazione a cui vede sottoposti i suoi adorati nipotini. «Quando hanno verifiche o interrogazioni si agitano, si preoccupano, stanno a pensare e ripensare se andrà bene. Mi dispiace vederli così perché sono ancora piccoli, non dovrebbero avere così tanta pressione addosso. Ai miei tempi la scuola era molto diversa e ricordo che nemmeno mia figlia era così carica di compiti a casa e studio, anche perché rientrava alle 12.30, non alle 16».
La famiglia ha da subito sostenuto l’iniziativa del 63enne, a partire dai nipotini, ma anche la figlia Alessia Francesca Fontana Riva e la moglie Rita Greco. «Sia a Merate che qui a Robbiate ho incontrato molte persone con opinioni diverse. Alcuni sono d’accordo con me, altri mi ignorano e altri ancora mi chiedono se non avessi di meglio da fare - ha commentato con ironia - E’ giusto che ognuno abbia la sua idea, io sono convinto della mia posizione e andrò avanti fino a quando non avrò raccolto almeno 200 firme».
Al momento il determinato pensionato ha ottenuto 66 firme grazie alla petizione lanciata online sul sito change.org (non è certo però che possano essere validate, mancando il collegamento al documento d’identità) e altre 83 le ha raccolte di persona.
«Per farle validare servono 16 euro a firma, quindi non riesco a spingermi oltre le 200. Quando le avrò raccolte la manderò in Senato con tutti i documenti necessari. Quello che voglio è che diventi legge rispettare le circolari ministeriali 177, 62 e 431. Se la legge sarà approvata potrò dirmi contento, altrimenti andrò avanti senza sosta con la mia campagna. Finché c’è vita c’è speranza e io non ho intenzione di darmi per vinto. Quello che vorrei soprattutto è sensibilizzare i docenti e alleggerire la pressione sui bambini».
Una sfida non facile, nata dall’amore per i propri nipotini e sfociata nel desiderio di poter esser d’aiuto per tutti i bimbi d’Italia. La famiglia, ha sottolineato Fontana, è sempre stata centrale per lui.
«Il padre biologico di mia figlia è morto quando lei aveva 6 anni e io ho conosciuto la sua mamma l’anno dopo. Stiamo insieme da allora e ci siamo sposati, solo in Chiesa. Ho adottato ufficialmente mia figlia quando ha compiuto i 18 anni, ora ne ha 43 e da qualche anno sono arrivati i bimbi. L’idea è nata per loro, ma penso sia importante per tutti».
Concluso l’anno scolastico, Fontana punta quindi a Lecco, nelle speranza di continuare a raccogliere consensi.