21 marzo

Gli studenti lecchesi tornano in piazza contro la Mafia

Pensieri, riflessioni e la  lettura di tutti i 1055 nomi delle vittime della mafia

Gli studenti lecchesi tornano in piazza contro la Mafia
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Oggi, lunedì 21 marzo 2022 ricorre la XXVII edizione della Giornata della Memoria e dell'Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, promossa da Libera e Avviso Pubblico. Un momento di riflessione importante che a Lecco, come in molte città italiane ha visto tornare in piazza centinaia di studenti. Pensieri, riflessioni e la  lettura di tutti i 1055 nomi delle vittime della mafia, ("uomini che hanno contrastato le mafie a viso aperto, non cedendo alle minacce e ai ricatti,  di bambini e giovani che si sono ritrovati nella traiettoria di una pallottola,  o vittime di attentati diretti ad altri") questi gli "ingredienti" della staffetta che a Lecco non poteva non iniziare che in un luogo simbolico della lotta contro la malavita organizzata, la  Pizzeria Fiore, "sbocciata" nell'immobile di via Belfiore, già pizzeria Wall Street, confiscato nel novembre 1994 alla più importante famiglia della 'ndrangheta attiva nel Lecchese. Proprio nel "fortino" venne arrestato il super boss Franco Coco Trovato.

Gli studenti lecchesi tornano in piazza contro la Mafia

In campo oggi le scuole del Centro di Promozione della Legalità (CPL) di Lecco (I.C. Lecco 1 “Falcone e Borsellino”, I.C. Lecco 2 “Don G. Ticozzi”, I.C. Lecco 3 “A. Stoppani”, IIS “A. Badoni”, IIS “G. Bertacchi”, IIS “G. Parini”, IIS “P.A. Fiocchi”, Liceo Classico e Linguistico “A. Manzoni”, l’Istituto Maria Ausiliatrice e l’Istituto “A. Volta”). A guidare la riflessione iniziale nel cortile della pizzeria Fiore è stato il presidente di Libera Lecco Alberto Bonacina.

 

Quindi i giovani si sono spostati nel cortile tra Prefettura (che ogni giorno, anche con strumenti come le interdittive antimafia lotta contro la malavita) e Questura, presidi storici di legalità e sono stati accolti dalla prefetto facente funzioni Marcella Nicoletti e dal Questore Alfredo D'Agostino.

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La staffetta lecchese ha visto la sua conclusione in un altro luogo altamente simbolico,  "Il Giglio" di Pescarenico, centro di rinascita e socialità, di educazione anch'esso sorto in un immobile confiscato alla malavita. Qui ad attendere i ragazzi c'erano il sindaco di Lecco Mauro Gattinoni e l'assessore Emanuele Manzoni.

"Oggi per noi è un anniversario  importante - ha ricordato il primo cittadino - ricorre, infatti, il 7° compleanno de Il Giglio - Lecco, luogo fondamentale per tanti anziani e per il rione di Pescarenico (ma non solo). Questa ex pizzeria confiscata alla 'ndrangheta è dedicata a Emanuela Loi, di cui quest'anno ricorrono i 30 anni dall'uccisione nella strage di via D'Amelio: alla sua memoria, a quella di Angelo Vassallo, di Pierantonio Castelnuovo e di tutti gli innocenti morti per mano mafiosa rinnoviamo oggi il nostro impegno".

Come nasce la giornata del 21 marzo contro la Mafia

Una giornata estiva. Il sole splende sulla autostrada tra Punta Raisi e Palermo. Magistrati, rappresentanti delle istituzioni e delle forze di polizia, cittadini e studenti commemorano il primo anniversario della strage di Capaci. C’è anche don Luigi Ciotti sul luogo del dolore. Prega, in silenzio. Quando, all’improvviso, si avvicina una donna minuta: si chiama Carmela, è vestita di nero e piange. La donna prende le mani di don Luigi e gli dice: «Sono la mamma di Antonino Montinaro, il caposcorta di Giovanni Falcone. Perché il nome di mio figlio non lo dicono mai? È morto come gli altri». Soffre, Carmela: in quel primo anniversario della strage la memoria di suo figlio Antonio, e dei suoi colleghi Rocco e Vito, veniva liquidata sotto l’espressione “i ragazzi della scorta”. Da questo grido di identità negata nasce, il 21 marzo, primo giorno di primavera, la Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie. Nasce dal dolore di una mamma che ha perso il figlio nella strage di Capaci e non sente pronunciare da nessuno il suo nome. Nessuno. Un dolore che diventa insopportabile se alla vittima viene negato anche il diritto di essere ricordata con il proprio nome.

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