Ghiacciai e cambiamento climatico: l'incontro con il professor Smiraglia
L'analisi di un mondo "in rapida evoluzione"
"Terre di ghiaccio - Un mondo in rapida evoluzione. Ghiacciai e clima fra Alpi e Antartide": questa la conferenza tenutasi nella serata di ieri, sabato 9 novembre 2024, nella sala conferenze di Confcommercio. Relatore Claudio Smiraglia, professore ordinario fuori ruolo di Geografia fisica e Geomorfologia all'Università degli Studi di Milano; moderatore Roberto Azzoni, sindaco di Abbadia Lariana e ricercatore del Dipartimento di Scienze della Terra dell'Università degli Studi di Milano.
"Terre di ghiaccio": il professor Smiraglia spiega "un mondo in rapida evoluzione"
Ad introdurre l'incontro le autorità presenti, partendo dal sindaco Mauro Gattinoni, che ha sottolineato l'importanza della collaborazione tra i diversi enti del territorio al fine di conservare intatto il nostro patrimonio montano. E' toccato quindi al padrone di casa, il presidente di Confcommercio Lecco, Antonio Peccati: "Lecco è la capitale dell'alpinismo - le sue parole - E' un terreno dove i giovani possono intraprendere una scuola di vita; è ancora una terra che regala emozioni". Sulla stessa linea il consigliere regionale e presidente della Commissione Montagna, Giacomo Zamperini, che ha sottolineato come le montagne siano "un'identità da preservare, custodire e tramandare". Un tema, quello della conservazione del patrimonio montano, che, come ha evidenziato il vicepresidente della Provincia, Mattia Micheli, "deve fare breccia soprattutto nelle nuove generazioni". Infine ha portato il suo saluto il presidente della Comunità montana Lario orientale e Valle San Martino, Carlo Greppi, che ha ricordato come la conquista del Cerro Torre abbia portato il nome della città di Lecco in tutto il mondo.
Si è quindi entrati nel vivo dell'incontro: "Già a fine Ottocento Stoppani sosteneva che i ghiacciai presentassero delle fragilità - racconta Azzoni - Quando il re gli chiese cosa si potesse fare a riguardo, Stoppani rispose: 'Lasciamo fare alla provvidenza'. Ecco, oggi, dopo 150 anni, possiamo invece fare qualcosa di concreto, anche se, ve lo dico subito, non riusciremo ad impedire i processi in atto".
Il professor Smiraglia ha quindi affrontato l'argomento dal punto di vista tecnico/scientifico: innanzitutto, ha ricordato come l'acqua presente nei ghiacciai sia la più grande riserva di acqua dolce disponibile (l'acqua dolce rappresenta solo il 2,8% di tutta l'acqua presente sul pianeta) e, di questa, il 99% circa proviene dalle calotte polari. I ghiacciai alpini, dunque, rappresentano meno dell'1% del totale dei ghiacciai, ma non per questo - sottolinea Smiraglia - non sono importanti. Proprio questi ghiacciai sono stati infatti alla base dello sviluppo industriale della Pianura Padana e dell'intera Lombardia.
Il professore ha quindi ripercorso la storia del rapporto dell'uomo con i ghiacciai, da quando questi erano visti come qualcosa di estremamente negativo, tant'è che si installavano croci benedette davanti ad essi per scongiurare il loro avanzamento, a quando invece diventano oggetto di turismo e, poi, di studio, con un'attenzione anche al tema dell'approccio alla montagna: "Dopo la tragedia della Marmolada (nel 2022 crollò una parte del ghiacciaio, provocando una valanga. Il bilancio fu di 11 morti, ndr), si è iniziato a riflettere su come la montagna stia cambiando - spiega - Oggi tutti corriamo in montagna, ricordiamoci che a volte è meglio rallentare, o fermarsi e tornare indietro".
Smiraglia ha quindi illustrato alcuni grafici che mostrano come la temperatura media prima degli anni Novanta sia inferiore rispetto a quella degli ultimi 30 anni e questo ha naturalmente influito sulle variazioni frontali dei ghiacciai, che presentano la stessa curva grafica, ma, evidentemente, al contrario.
L'andamento della temperatura
La variazione dei ghiacciai
Il professore ha quindi illustrato celebri esempi di ghiacciai che si sono ritirati negli anni, come il ghiacciaio dei Forni.
Dai ghiacciai alpini si è quindi passati ai ghiacciai presenti in Artide e Antartide, che sono sottoposti ad una doppia pressione: l'aumento della temperatura e l'aumento della temperatura degli oceani. Smiraglia ha ricordato come la fusione di parte della superficie di questi ghiacciai provocherebbe un innalzamento del livello degli oceani, e dunque si rivelerebbe un problema per molte città costiere. Certo, ha sottolineato il professore, nella storia della Terra ci sono state diverse fasi di glaciazioni, "ma noi oggi stiamo sovrapponendo la nostra azione a quella della natura, apportando modifiche ad una rapidità tale che la Terra non ha mai visto".
Dunque, quali le possibili soluzioni? "Avevamo provato con i teli riflettenti posti sopra ai ghiacciai - spiega Smiraglia - ma si trattava di un'operazione ecologicamente e economicamente insostenibile". Una cosa certa, però, è che dobbiamo imparare a "rispettare la montagna"; purtroppo spesso non è così, come mostra il professore proiettando le foto dell'immondizia che ha ormai invaso persino la cima più alta della Terra, l'Everest.
Infine, una riflessione finale, ispirata dalla foto di alcuni stambecchi che attraversano tranquilli un ghiacciaio: "Il mondo è una struttura unitaria; siamo noi che, per studiarlo, lo dividiamo in tanti piccoli settori, ma non dobbiamo mai perdere di vista il concetto dell'unità del mondo naturale in cui siamo inseriti".
Le autorità presenti all'incontro: