ai piedi del campanile

Arriva lo zafferano del don

Il sacerdote ha coltivato 50 bulbi nel proprio giardino e altri 250 sono stati affidati alle cure del volontario Mauro Pozzi

Arriva lo zafferano del don
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Arriva lo zafferano del don: le famiglie di Monticello potranno riunirsi per il pranzo della domenica portando in tavola una novità speciale grazie all’iniziativa promossa da don Marco Crippa e dai volontari e ragazzi dell’oratorio.

Arriva a Monticello lo zafferano del don

Negli scorsi mesi, infatti, il giardino della casa parrocchiale si è trasformato in un piccolo orto, in cui lo stesso parroco ha coltivato 50 bulbi di zafferano. Altri 250 sono stati affidati alle cure del volontario Mauro Pozzi, che li ha piantati e fatti crescere nel proprio giardino di casa, in via Bocconi.

Zafferano «coltivato all’ombra del campanile», dunque, venduto nel weekend sul piazzale delle chiese dai ragazzi dell’oratorio e il cui ricavato verrà utilizzato interamente per opere parrocchiali.

Don Mario Crippa ha coltivato ai piedi del campanile

«Abbiamo giocato sul fatto che lo zafferano sia stato coltivato praticamente ai piedi del campanile - ha spiegato don Marco Crippa - proprio perché il ricavato servirà per la manutenzione del campanile stesso, che ha bisogno di un po’ di lavori. L’idea di coltivare lo zafferano è venuta a Mauro, papà di uno dei ragazzi della comunità, e insieme abbiamo acquistato i bulbi».

Una novità per Monticello, che, a differenza della vendita di mele e arance delle scorse settimane, è stata introdotta per la prima volta proprio con questa coltivazione di prova.

«Abbiamo preso dei bulbi già grandi, pronti per la fioritura - ha raccontato il sacerdote - e abbiamo raccolto ed essiccato lo zafferano a ottobre. Si potrà consumare da febbraio, entro ottobre dell’anno prossimo. Siamo riusciti a confezionare circa 35 fiale da 0,25 grammi l’una. Qualcosa come risotto per dieci» ha scherzato.

Un’iniziativa nata quasi per gioco, ma che ha presto dato i suoi frutti: «Non sapevamo se sarebbe andata bene, all’inizio abbiamo preso la cosa come un’avventura - ha spiegato don Marco - La coltivazione però è stata un successo e già sabato sera, dopo la messa, avevamo venduto quasi tutte le fiale, insieme a tutti i kiwi che avevamo da offrire. Le ultime fialette le abbiamo vendute dopo la messa di domenica, sono andate a ruba. Avremo raccolto circa 400 euro, solo con lo zafferano».

La coltivazione però non si ferma e promette anzi di ripartire l’anno prossimo con ancora più intensità. «Il bello dei bulbi di zafferano è che si moltiplicano. Quelli grandi che abbiamo acquistato e piantato quest’anno ora hanno concluso il loro ciclo vitale e andranno estratti dal terreno, ma da loro sono nati dei bulbi più piccoli, che dovranno crescere in questi mesi prima di essere pronti alla fioritura, l’anno prossimo. Si segue il ciclo di vita e di produzione dei bulbi, con momenti di quiescenza e momenti di fioritura e raccolto, e così la coltivazione può continuare» ha concluso.

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