Paderno d’Adda, Robbiate e Verderio

A Civate il saluto a Don Gianni che a settembre guiderà la Comunità pastorale Beata Vergine Addolorata

"Grazie a tutta questa comunità che mi ha accolto, adesso torno ad essere apprendista nel mio nuovo ruolo che è consegnato alla fede e alla creatività di ciascun prete"

A Civate il saluto a Don Gianni che a settembre guiderà la Comunità pastorale Beata Vergine Addolorata
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Per 14 anni la sua è stata  una presenza fondamentale in paese, per la sua capacità di stare accanto alle persone fragili anche in periodi delicati come quello della pandemia di Covid, per l'attenzione ai più piccini anche attraverso piccoli gesti, per la cura e la collaborazione con il Comune per tutelare il patrimonio artistico culturale di Civate. E oggi, domenica 30 luglio 2023, tutta la stima, l'affetto e la riconoscenza che la comunità prova nei suoi confronti si sono resi concreti nella messa di saluto a don Gianni de Micheli, parroco di Civate dal 2009, che  a settembre lascerà il paese  alla volta della Comunità pastorale Beata Vergine Addolorata di Paderno d’Adda, Robbiate e Verderio. 

Civate: emozionante saluto a don Gianni

Gremitissima la chiesa dove è stata celebrata la funzione prima della quale  è stata letta una toccante lettera di ringraziamento da parte di tutta la comunità. C'erano davvero tutti: Amministrazione comunale, associazioni, famiglie civatesi.

"Continua a essere come un sole per le comunità"

"La vita è fatta di esperienze molteplici, c'è un tempo per piantare e uno per sradicare, uno per piangere e uno per ridere. C'è una parola che ci aiuta a fare sintesi di questi 14 anni: relazione, legami che sono cresciuti in una comunità che ha nel sacerdote un punto di unità. La vita è fatta di relazioni, che generano gioia e pianto, abbraccio e distanza, ricerca e perdita. Il tempo con te è stato un dono prezioso, abbiamo condiviso con te l'amore di Dio per ogni fratello. Ci hai invitato a vivere sempre intensamente, come dice la parola di Dio a te tanto cara. La comunità è il luogo del perdono e della festa, ci hai amato accolto e custodito con tutte le tue forze. Oggi ci hai chiesto di essere grati per il dono del tuo ministero, di fare festa, di lasciare andare e accompagnarti come un fratello che parte: niente è perduto, il fiore piantato germoglierà e tutto verrà quando sarà il suo tempo. Grazie don Gianni, continua a essere come un sole per le comunità".

Durante l'omelia, don Gianni ha ricordato la visione di Gesù per gli uomini, "un campo in cui viene posto un tesoro", sottolineando ciò che per lui è stata "la ricerca del tesoro in questa comunità ".

"Pietra preziosa per cui spendersi è stata la possibilità di fare della parola di Gesù il luogo dell'incontro. Noi siamo portati a cercare tante cose, mentre il Vangelo ci dice il contrario: dobbiamo avere il coraggio di radicarci su una cosa sola, l'essenziale della nostra vita. Io sono entrato in seminario perché qualcuno mi ha detto che per conoscere Gesù avrei dovuto prendere sul serio la sua parola, così ho cercato di fare. Perla preziosa per me è stato quello che permette di dire un sì al Signore partendo dalla propria esistenza. Perla preziosa per me è stata in questi anni la vita della comunità, lavorare intensamente per il "noi", mettersi come strumento a servizio della comunione. Mi ha sempre caratterizzato il cammino della generosità, ho ricevuto in dono da mia mamma la generosità e su questo ho lavorato parecchio, da mio papà la tempra della testardaggine. Il tesoro prezioso è la ricchezza che possiamo condividere, ed è su questo che voglio continuare a sperare perché ciò che viene offerto alla comunità non è mai qualcosa di perso ma un fare spazio: questa immagine mi ha sempre aiutato in tutti questi anni. Non siamo acqua stagnante, siamo immersi in una corrente di grazia che ha il suo cuore stesso in Dio. La comunità è proprio il luogo dove si può capire la grazia di Dio. L'unico regalo che chiedo alla comunità è quindi di pregare per me ogni giorno con queste parole: "Signore donami un cuore docile" perché ciò che sarò chiamato a fare nella nuova comunità sarà diverso. Dovrò essere strumento affinché le comunità crescano, io sarò responsabile di comunità e questo è anche una domanda profonda di fede. Un cuore docile è quindi il regalo più bello, perché è mettere la vita stessa davanti a Dio".

Il dono a Don Gianni

All'amatissimo parroco è stato poi consegnato un dono speciale, in segno di gratitudine per quanto portato avanti in paese negli ultimi 14 anni. Una piastrella accompagnata  con parole che provengono dal cuore.

"Carissimo don,
è con cuore grato e pieno di gioia che ti offriamo questa piastrella che diventa icona del cammino di chiesa condiviso con te in questi anni e, in particolare, del cammino sacramentale condiviso con tanti bambini e bambine, ragazzi e ragazze e con le loro famiglie.
Abbiamo sognato e pendato questa piastrella per te, immaginandola murata nei luoghi dove ti è chiesto di nuovamente abitare. Abbiamo fatto diversi bozzetti, pensato e ripensato i particolari, condiviso sguardi da consegnarti.
E mentre le mani di Fabio davano forma a tutto ciò, abbiamo fatto memoria di quella esperienza di bellezza di cui ci ha tanto parlato il Cardinal Martini, presenza a te molto cara. Abbiamo ricordato l'esperienza dei discepoli sul monte e della loro reazione al dono della Trasfigurazione: rimanere e trattenere la bellezza dello stare con il Maestro. Ma la bellezza chiede di non essere trattenuta, ma donata e l'invito di Gesù si fa chiaro: "Alzatevi e non temete". Allora quella bifora ci restituisce proprio questi fue sguardi - quello del monte e quello della comunità che sta ai piedi del monte - e la dinamica, la tensione tra il rimanere e il discendere. Questa piastrella plasmata con le nostre mani ti ricordi sempre che il tuo servizio deve tendere a questo sguardo contemplativo dell'amore. Questo sguardo ti aiuti a stare in mezzo alla gente che ti è affidata, ad alzarti e a non tenere. Salire, stare e scendere dal monte - prospettive racchiuse dentro questa bifora - esprimano la tensione umana e spirituale di chi ha incontrato Dio e sa condividere con tutti la ricerca e il dono della bellezza.
Ti vogliamo bene e preghiamo per te
La comunità di Civate ".

Al termine della celebrazione anche il sindaco Angelo Isella ha voluto ringraziare don Gianni nome  dell'Amministrazione comunale

"Tutta la comunità porta con sé un grande senso di gratitudine, per questi 14 anni intensi in cui sei diventato un civatese: sei uno di noi e lo sarai per sempre. Grazie per tutto l'amore e l'impegno che hai dedicato alle associazioni e alle persone del nostro paese, per esserci stato vicino nei momenti belli e in quelli tristi. Come amministratore ho avuto il privilegio di percorrere insieme a te questo tratto di strada. Grazie per la tua attenzione ai più fragili, la vicinanza alle loro famiglie, le nostre due case di riposo, la tenerezza con cui hai accompagnato i nostri morti nella speranza di una vita nuova. Per il supporto alla scuola dell'infanzia, all'oratorio, per la tua passione per l'arte e la cura dei luoghi culturali, la tua grande disponibilità verso tutti e la tua capacità di dire sempre sì: è così che ci si apre alla collaborazione, al rispetto e all'aiuto reciproci. Grazie perché hai sempre accolto tutti. Grazie, a livello personale, per avermi aiutato a crescere e sostenuto come persona di fronte a tante scelte. Ora ti auguriamo il meglio per il tuo nuovo incarico, che porterà nuove sfide e responsabilità. Arrivederci a presto, don Gianni".

Il primo cittadino ha poi consegnato a don Gianni anche le chiavi del paese. Un gesto che ha voluto sottolineare nuovamente il grande legame che il parroco ha saputo creare con la comunità, l'affetto dei civatesi e a dimostrazione dell'amore con cui don Gianni si è dedicato a Civate.

Commosso anche il saluto del parroco

"Grazie a tutta questa comunità che mi ha accolto, adesso torno ad essere apprendista nel mio nuovo ruolo che è consegnato alla fede e alla creatività di ciascun prete. Grazie a tutte le associazioni di questa comunità, alleati e strumenti di amicizia. Grazie ai collaboratori parrocchiali che hanno dato mente, cuore e anima. Grazie a tutti voi, ogni singola persona. Riconosco anche i miei limiti e chiedo perdono a tutte le persone che non sono riuscito a capire o ad ascoltare".

Come gesto finale e simbolico, don Gianni ha deposto sull'altare la veste per mostrare la chiusura di un percorso di servizio nell'amore verso la comunità.

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