A Cascina don Guanella la fase finale dei progetti Young Inclusion e WaW
Coinvolte in 5 anni oltre 250 donne tra madri vittime di violenza con i loro figli e ragazze con disturbo borderline
"Ad ogni seme serve cura": martedì scorso si è svolto a Cascina don Guanella l’evento finale dei progetti Interreg Young Inclusion e WaW (Women at work), sostenuti dal IV avviso del programma Interreg Italia-Svizzera che hanno mosso, dal 2019 ad oggi, diverse azioni a favore di persone in situazioni di disagio in Lombardia e Ticino, quali madri e figli vittime di violenza e ragazze con disturbo borderline di personalità.
I progetti Young Inclusion e WaW
Come ha spiegato Emanuele Michela, communication manager di entrambi i progetti, nel territorio lecchese protagonista è stata la cooperativa Il Sentiero, che gestisce le comunità mamma-bambino Casa La Vita di Lecco ma anche La Bussola di Merate: le ospiti delle due community care hanno vissuto, negli scorsi mesi estivi, percorsi e attività di agricoltura sociale insieme ai loro figli all’interno della struttura gestita dai Guanelliani a Valmadrera. Nel corso di questi 5 anni, in tutto sono state coinvolte oltre 250 donne, tra ragazze e madri.
L’evento si è aperto con un momento musicale a cura di Walter Muto e Carlo Pastori, che hanno cantato "Vengo anch’io, no tu no" di Jannacci, proprio a sottolineare come la tanto declamata inclusione non sempre venga davvero concretizzata.
Ha preso poi la parola Luigi Campagner, presidente della Cooperativa Il Sentiero:
"Le nostre ospiti, da luglio a ottobre, hanno seguito qui diversi momenti di incontro assieme ai loro figli. Dalle sementi alle confetture, dal vigneto alla stalla, dalle bestie fino alla birra e al vino: è stata per loro un’occasione per fare esperienza diretta di ritmi della vita contadina. Con questo ultimo laboratorio agricolo abbiamo voluto provare a seminare: cosa nascerà lo scopriremo solo tra qualche tempo".
Le attività realizzate
"Le risorse stanno nello stesso tessuto di legami in cui nascono i problemi - ha proseguito Alcide Gazzoli, project manager di Waw e Young Inclusion, citando un famoso sociologo - Le soluzioni non piovono dall’alto". Gazzoli ha proseguito spiegando che il primo lavoro che queste persone devono affrontare è quello su loro stesse: "Lavorare sul problema per arrivare al recupero della propria dignità in quanto persona".
Proprio questo era il senso dei vari laboratori di cucina, cura di sé, pediatria, gestione famigliare.
"A volte corriamo il rischio di chiuderci nei nostri confini - le parole di Bruno Corti, vicepresidente di Cascina don Guanella - E’ stato bello vedere i nostri ragazzi mostrare interesse e provare a dare il loro contributo a questo progetto".
Presenti all’evento anche Paolo Balzardi dei programmi Interreg Italia-Svizzera, che ha spiegato come questi ultimi siano finalizzati a migliorare i servizi trans frontalieri, il sindaco di Valmadrera, Antonio Rusconi, e l’assessore al Welfare di Lecco, Emanuele Manzoni, che hanno sottolineato l’importanza di fare rete tra le diverse realtà.
Young Inclusion e Waw hanno anche sostenuto l’apertura di una comunità terapeutica per il trattamento del disturbo borderline, la "Frida Kahlo" di Gerenzano, di cui hanno parlato la psicologa Giorgia Maffioli e lo psichiatra Raffaele Visintini.