PNRR, tutto quello che c’è da sapere
Nel corso degli ultimi mesi si sta parlando con sempre maggiore frequenza del PNRR. Il Governo è al lavoro per riuscire a trovare una quadra che possa risolvere un po’ tutte le problematiche e gli aspetti critici che si sono manifestati nel corso del tempo. Al contempo, serve che vengano realizzate delle nuove norme che possano lasciarsi alle spalle ogni ostacolo in merito all’attuazione di tutta una serie di progetti che ricevono dei concreti finanziamenti da parte dell’UE.
Visita il sito e-ius.it per poter ricevere maggiori informazioni, tenendo conto che l’obiettivo principale del PNRR è quello di rendere sempre più stabile ed efficiente il comparto delle pubbliche amministrazioni e gli enti locali, rispondendo in maniera adeguata alle esigenze della società e dei cittadini. Serve cercare di sbloccare il più possibile i finanziamenti, per poi tenere fede chiaramente agli impegni che sono stati presi, raggiungendo tutti i vari obiettivi che sono previsti.
Come è nato il PNRR
Si tratta di un acronimo che sta per Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza ed è stato introdotto tre anni fa, nel bel mezzo della pandemia. Si tratta di una misura che fa parte del più ampio programma denominato NGEU, ovvero Next Generation EU. Una misura che vale la bellezza di 750 miliardi di euro, che è formato per all’incirca il 50% da sovvenzioni.
L’obiettivo dell’UE con questo progetto è quello di contrastare il più possibile gli effetti negativi correlati alla crisi pandemica. Il Dispositivo per la Ripresa e Resilienza si può considerare la componente di maggiore importanza del programma NGEU. Si caratterizza per avere una durata pari a sei anni, quindi con scadenza 2026, mettendo in gioco una cifra complessiva che si aggira intorno ai 672,5 miliardi di euro. Di questi, circa 312,5 miliardi di euro sono rappresentati da delle sovvenzioni, come dicevamo in precedenza, mentre gli altri 360 miliardi corrispondono a dei prestiti che vengono proposti a tassi agevolati.
Le risorse legate all’Italia
Il programma di Ripresa e Resilienza che è stato presentato dal nostro Paese prende il nome di “Italia Domani” e comprende tutta una serie di investimenti e di misure per complessivi 191,5 miliardi di euro. Da notare come il PNRR italiano sia accompagnato anche da un progetto integrativo, ovvero il Piano Nazionale per gli investimenti complementari. In quest’ultimo caso, vengono apportate delle risorse aggiuntive fino a 30,6 miliardi di euro. Complessivamente, quindi, il dato dei fondi messi a disposizione raggiunge e supera la soglia dei 222 miliardi di euro.
Entro il 2032 c’è stato lo stanziamento di altri 26 miliardi di euro. Questa somma può contare su una destinazione ben precisa, dal momento che dovrà essere impiegata per la costruzione di tante opere pubbliche e per provvedere alla reintegrazione di tutte quelle risorse legate al Fondo Sviluppo e Coesione. Insomma, il dato complessivo e aggiornato dei fondi a disposizione dell’Italia raggiunge i 248 miliardi di euro. Da non dimenticare anche le risorse che sono state messe a disposizione tramite l’apposito programma REACT-EU, destinato però solo al periodo compreso tra 2021 e 2023, per altri 13 miliardi di euro.
Quali sono i vari pilastri del PNRR
È giusto mettere in evidenza come questo corposo Piano si sviluppa intorno a tre colonne portanti dal punto di vista strategico. Si tratta del comparto dedicato all’innovazione e alla digitalizzazione, quello legato alla transizione ecologica e, infine, quello che fa riferimento all’inclusione sociale.
Si tratta, in generale, di un intervento progettuale che mira a ritrovare una certa stabilità dopo l’emergenza pandemica e i suoi terribili effetti collaterali sulla società. Al contempo, si deve intervenire per risolvere una volta per tutte le problematiche strutturali dell’economia nostrana e per cercare di intraprendere un percorso che possa permettere al nostro Paese di diventare più sostenibile, ma soprattutto in grado di rendersi auto-sufficiente dal punto di vista energetico.