Sulle orme dei pellegrini

Lungo la Via Regina, dallo Spluga a Milano

Scopriamo il percorso dal Passo Spluga passando da Chiavenna e quindi lungo la sponda occidentale del Lago di Como fino a raggiungere Milano.

Lungo la Via Regina, dallo Spluga a Milano
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Dal Passo dello Spluga a Milano lungo le sponde occidentali del lago di Como. E’ questo il percorso della Via Regina che, secondo la leggenda popolare, prende il nome dalla longobarda regina Teodolinda.

Sulle orme dei pellegrini

Se oggi generalmente si viaggia per piacere o per lavoro, in passato, soprattutto nel Medioevo, uno dei motivi principali per cui si intraprendeva un viaggio era quello della devozione e della penitenza.
Si raggiungevano soprattutto i centri spirituali più vicini, in particolare abbazie e santuari, ma non mancavano coloro che intraprendevano pellegrinaggi ben più lunghi. In questo caso, le mete preferite erano la Terra Santa, Santiago de Compostela e soprattutto Roma.
La Lombardia è stata una delle regioni più attraversate dai pellegrini che si recavano a Roma o a Gerusalemme, se non altro per la sua posizione geografica. E per raggiungere Roma dal nord Europa, spesso i pellegrini seguivano la Via Regina, così chiamata in onore della regina Teodolinda: partiva dal Passo Spluga scendeva a Chiavenna e quindi lungo la sponda occidentale del Lago di Como fino a raggiungere Milano. Da qui, poi, si collegava alla Via Francigena.
Mettiamoci anche noi sulle orme dei pellegrini lungo la Via Regina: per ora solo in modo virtuale, sperando di poterlo presto fare concretamente.

Lungo la Via Regina, dallo Spluga a Milano

Una strada già usata, per le loro conquiste e i loro commerci, dai Romani, che sfruttavano largamente anche le acque del Lario. Ma un percorso utilizzato anche dai primi missionari cristiani che portarono il Vangelo nelle valli alpine. E ad alcuni di questi, santi che morirono martiri, come Carpoforo, Fedele, Matteo o Gusmeo, sono dedicate tantissime delle chiese che si trovano lungo la Via, la maggior parte delle quali edificata in uno stile che proprio in questo territorio trovò maggior fortuna, il Romanico. Infatti, molti degli edifici religiosi che si incontrano, e che i pellegrini ben conoscevano, sono stati costruiti tra il X e il XII secolo. Ripercorriamo allora questa strada soffermandoci nei punti più caratteristici o dove sono rimasti i maggiori “segni” del passaggio dei pellegrini che scendevano dalle valli per recarsi a Roma, proponendovi soprattutto i monumenti medievali rimasti e magari quanto è stato costruito nei secoli successivi che valga la pena di essere ricordato.

Dal Passo dello Spluga

Scendendo dal Passo dello Spluga, il primo centro di rilievo che i pellegrini incontravano era Campodolcino che all’epoca era sede di un ospizio per i pellegrini. Oggi può meritare una visita il Ponte Romano e la Parrocchiale del XVI secolo con interessanti altari settecenteschi in legno intagliato. Verso valle, nel comune di San Giacomo e Filippo, si incrocia il secentesco santuario di Gallivaggio, costruito dove la Madonna apparve a due ragazze che stavano raccogliendo castagne e raccomandò loro di invitare la gente alla penitenza. Si arriva, quindi, a Chiavenna, centro principale dell’omonima valle. Qui i pellegrini, oltre a trovare un ospizio, avevano modo di pregare nella Collegiata di san Lorenzo costruita nell’XI secolo, ma poi più volte rimaneggiata. Si conserva ancora il Fonte battesimale, pregiata scultura romanica datata 1156, e un famoso “Tesoro”, museo che conserva statue, paramenti e arredi sacri. Il pezzo più famoso è la “Pace”, una copertina di evangeliario del XII secolo composta da lamine d’oro tempestate di perle e gemme.

Proseguiamo sulla Via Regina per qualche chilometro fino a raggiungere il lago di Novate Mezzola, un tempo probabilmente ultima propaggine del lago di Como. Qui è d’obbligo, anche se costa un po’ di fatica, una visita al tempietto di san Fedelino, costruito tra il X e l’XI secolo nel luogo dove si pensa fosse stato martirizzato san Fedele. Costituisce uno dei primi esempi del romanico lombardo e conserva ancora qualche affresco dell’epoca. È raggiungibile, però, solo con una lunga camminata, oppure attraversando il lago con una barca.

Fiancheggiando il Lario

Abbandoniamo, quindi, la provincia di Sondrio e iniziamo a fiancheggiare la sponda occidentale del Lago di Como. Fermandoci, innanzitutto, a Sòrico, in cima al lago. Nulla è rimasto dell’antico monastero benedettino che dava ospitalità ai pellegrini, mentre della chiesa di santo Stefano si conserva ancora intatta la torre campanaria.

Per chi ha voglia di camminare, solo un quarto d’ora, val la pena raggiungere il santuario di san Miro da dove si domina il lago. Particolarmente interessanti gli affreschi del primo Cinquecento, opera di Sigismondo De Magistris, che vi si trovano.

Raggiungiamo ora Gera Lario dov’è la chiesa di san Vincenzo. Ricostruita nel Quattrocento fu però completata nell’XI secolo. Di quel periodo rimangono alcuni pezzi riutilizzati nel portale della facciata, come quelle figure di animali e “diavoletti” che si ritrovano in diverse chiese romaniche della Lombardia.

Gravedona, Santa Maria del Tiglio

Oltrepassato il paese di Domaso, si arriva a una delle tappe fondamentali della Via Regina, Gravedona. Le testimonianze del romanico lombardo, e comasco in particolare, qui sono particolarmente rilevanti. Tutti i pellegrini che si recavano a Roma facevano sosta in una delle sue chiese. La meglio conservata e la più importante sotto il profilo storico-artistico è santa Maria del Tiglio. Situata sulle sponde del lago, è stata costruita su un preesistente battistero alla fine del XII secolo. All’esterno sono caratteristici il paramento a fasce bianche e grigie, le lesene e gli archetti pensili che scandiscono le pareti; originale il campanile che si trova in facciata, quadrato nella parte inferiore e ottagonale in quella superiore. All’interno, che è a pianta centrale, si possono ammirare diversi interessanti affreschi realizzati in epoche successive, come il Giudizio Universale della prima metà del XIV secolo collocato sulla controfacciata. Accanto è la basilica di san Vincenzo che conserva la cripta e parte delle absidi originali della costruzione romanica della seconda metà dell’XI secolo. Ci sarebbe ancora molto da vedere a Gravedona: citiamo la chiesa dei santi Gusmeo e Matteo e la chiesa e il convento agostiniani di santa Maria delle Grazie con affreschi cinquecenteschi di notevole rilievo. Scendendo lungo il lago, altri centri dove sono conservate molte tracce del periodo romanico, quali le potevano vedere anche i pellegrini medievali, sono Lenno, Ossuccio e l’Isola Comacina. A Lenno, oltre a trovare un ospizio, i fedeli avevano a disposizione diverse chiese in cui pregare.

Tra le meglio conservate è sicuramente quella dedicata a sant’Andrea, in frazione Casanova, ma interessante è anche la cripta a tre navate, risalente all’XI-XII secolo, della parrocchiale dedicata a santo Stefano. Di fianco a quest’ultima è il pregevole battistero romanico dell’XI secolo a forma poligonale. Meritano una visita anche l’abbazia dell’Acqua Fredda e la chiesa di san Vincenzo, in frazione Portezza, che conserva un bel campanile originale.

Ossuccio, il campanile di santa Maria Maddalena e l’Isola Comacina

Proseguendo verso Como troviamo poi Ossuccio. Qui, nella frazione di Ospedaletto, si trova uno dei simboli del Lario, il campanile di santa Maria Maddalena, singolare per la sua cella campanaria ogivale in terracotta costruita nel XIV secolo. Da vedere ci sono pure la chiesa di sant’Agata e nella frazione di Spurano l’oratorio dedicato a san Giacomo che conserva dei bellissimi affreschi.

Per chi ha buone gambe, si consiglia la salita all’abbazia di san Benedetto in Val Perlana (a circa 700 metri di altezza, raggiungibile in un’ora e mezza di cammino), costruzione dell’XI secolo.

A metà lago troviamo anche l’Isola Comacina. Facilmente raggiungibile con la barca che fa la spola con la terra ferma, l’Isola Comacina offre i resti di alcuni monumenti medievali che i pellegrini del primo Giubileo avevano modo di visitare, come sant’Eufemia, a fianco della quale c’è quel poco che rimane di un’aula biabsidata paleocristiana con mosaici del V-IX secolo e affreschi carolingi, e san Faustino.

Avvicinandoci a Como, si incontrano due chiese molto interessanti. Innanzitutto la chiesa dei santi Nazaro e Celso meglio nota come santa Marta a Carate Urio: il campanile ne testimonia l’origine romanica, ma di notevole pregio sono anche gli affreschi quattrocenteschi conservati all’interno. L’altra è la chiesa di sant’Agata a Moltrasio, in frazione Vignola.

Siamo ormai alle porte di Como. Prima, però, di oltrepassare le mura della città, i pellegrini facevano sosta nella frazione di Quarcino dove trovavano una chiesa romanica dedicata ai santi Giacomo e Filippo, ancora oggi ben conservata.

Da Como a Milano

Como, sant’Abbondio

Ed eccoci a Como, per i pellegrini del Medioevo la principale tappa della Via Regina. Le testimonianze dell’arte romanica sono di notevole importanza e si raccolgono nelle tre basiliche di sant’Abbondio, san Fedele e san Carpoforo.

Sant’Abbondio è uno degli esempi più eccellenti di questo stile. Costruita alla fine dell’XI secolo, la basilica conserva ancora oggi tutte le caratteristiche di quell’arte, soprattutto nella parte esterna ornata con lesene tonde e piatte alternate, monofore con cornici a rilievo, archetti pensili e fasce dentate. La facciata è divisa in cinque parti corrispondenti alle cinque navate interne, divise da alti pilastri cilindrici.

Interessanti sono gli affreschi trecenteschi dell’abside che rappresentano le storie di Cristo e la parte absidale esterna con due torri campanarie ai lati del presbiterio. Di poco più tarda è la basilica di san Fedele (prima metà del XII secolo), la quale ha una struttura architettonica particolare che si rifà ai mausolei e agli antichi battisteri, frutto di una combinazione tra il solito schema basilicale e quello a sistema centrale. Molto bella è la parte absidale vista dall’esterno, in via Vittorio Emanuele. C’è poi la basilica di san Carpoforo, ai piedi del colle Baradello, sorta sul luogo dove la leggenda racconta che avvenne il martirio di san Carpoforo e di cinque suoi compagni, Esanto, Cassio, Licinio, Severo e Secondo in fuga da Milano dov’erano perseguitati perché cristiani.

L’attuale basilica romanica sorse nel 1040 su una preesistente chiesa voluta da san Felice, vescovo di Como alla fine del IV secolo. A tre navate, quella centrale con una copertura a capriate, mentre le altre due a crociera, ha un presbiterio sopraelevato, al quale si accede tramite due scale in pietra, e una cripta dov’è un sarcofago nel quale era stato sepolto san Felice.

Cantù, basilica di san Vincenzo e Battistero di san Giovanni

Da Como ci spostiamo a Cantù, dove è rimasto un monumentale complesso preromanico (IV secolo), con modifiche nel periodo romanico, composto dalla basilica di san Vincenzo e dal Battistero dedicato a san Giovanni. La basilica, a due navate con presbiterio sopraelevato a cui si accede da una scala centrale, conserva importanti cicli di affreschi anteriori al 1007. Di particolare rilievo, nonostante il precario stato di conservazione, quelli dell’abside, con Cristo tra gli angeli e i profeti Geremia ed Ezechiele, che si distinguono dalla restante decorazione della navata dove si nota una maggiore influenza bizantina. Per quanto riguarda, invece, il battistero che ha pianta quadriloba, va rilevato che è uno dei primi costruiti in Lombardia.

Siamo all’ultimo tratto della Via Regina prima di arrivare a Milano. Un accenno lo merita l’abbazia benedettina di Vertemate, allora passaggio obbligato per i pellegrini, che qui trovavano un complesso abbaziale inserito in una suggestiva ambientazione isolata e boschiva, che comprendeva la chiesa, un chiostro e i dormitori. Così come il monastero di San Vittore a Meda, sorto, dice la leggenda, per un voto fatto dai santi Aimo e Vermondo, conti Corio di Turbigo, dopo essersi salvati dall’assalto di due cinghiali durante una battuta di caccia: nei secoli si è trasformato e oggi è la splendida Villa Antona Traversi.

Cosa visitare durante il percorso

Oltre alle tante e belle chiese romaniche citate, lungo la Via Regina si incontrano molti monumenti che meriterebbero di essere visitati. Si pensi, innanzitutto, alle tante e straordinarie ville che si incontrano lungo le sponde del Lago di Como e di cui abbiamo parlato anche in alcune puntate precedenti, ma non solo. Pensiamo, ad esempio, a Palazzo Gallio a Gravedona, singolare dimora rinascimentale realizzata a partire dal 1583 dal cardinal Tolomeo Gallio, segretario di Stato al soglio pontificio, che con le sue quattro torri angolari ricorda l’antica vocazione castellana del luogo. E poi, appunto, le ville. Come Villa La Gaeta a San Siro, realizzata nel 1921 per la famiglia Ambrosoli, un singolare esempio di architettura neomedievale con commistioni di gusto liberty e rinascimentale scelta come location di alcune scene del film “Casino Royale”. O le famose Villa Carlotta e Villa del Balbianello a Tremezzina, fino alle altrettanto note dimore del bacino di Como: Villa d’Este, oggi lussuoso hotel meta di vip internazionali del mondo dello spettacolo e non solo, Villa Erba, già residenza del regista Luchino Visconti e oggi sede congressuale, e la neoclassica Villa Olmo che forse più di tutte simboleggia le dimore storiche del Lario.

E non perdetevi la Cattedrale di Como, caratterizzata da un trionfo di marmi ed elementi decorativi sulla facciata, con i suoi arazzi del XVI e XVII secolo e i dipinti cinquecenteschi di Bernardino Luini e Gaudenzio Ferrari.

Dalla Svizzera a Chiavenna

Al Passo dello Spluga arriva anche un sentiero che da secoli unisce le due località di Thusis (Svizzera) e Chiavenna (Italia) passando per la famosa gola della Viamala ed è, appunto, nominata Via Spluga. E’ un percorso che unisce la cosiddetta Via Francigena renana, storico asse viario che collega, attraverso le Alpi centrali, la Valle del Reno con la valle del Po e con la Via Francigena di Sigerico.

D’altra parte, com’è documentato anche nella cartografia romano-imperiale, il Passo dello Spluga è da oltre duemila anni il passaggio obbligato con bestie da soma, carri e carrozze, di commercianti, viaggiatori, eserciti, pellegrini e grandi personaggi della cultura europea, come Erasmo da Rotterdam. Ci sono addirittura ritrovamenti dell’età del bronzo e del ferro che indicano come il passo dello Spluga fu percorso già in epoca preistorica.

In passato, il passo dello Spluga veniva denominato monte o passo dell’Orso. Infatti, il nome “Spluga” deriva da “spelu(n)ca”, cioè spelonca, grotta: e nei pressi di Montespluga si trova una grotta comunemente chiamata “truna de l’urs” (tana dell’orso).

Dove mangiare e dormire, con un occhio alla tradizione

A Chiavenna

Ristorante Crotto Ombra. Qui si possono gustare i piatti della più semplice e antica tradizione gastronomica valchiavennasca, dagli “schisciat” ai pizzoccheri locali fino alle costine di maiale “alla piota”. www.crottoombra.com - email:info@crottoombra.com - Tel. 0343.290133 - Cell. 340.5373905.

B & B Vecchiascuola, nella frazione di Pianazzola 300 metri sopra il centro di Chiavenna, mette a disposizione degli ospiti cinque stanze doppie, e tre monolocali; al piano terra il ristorante La Terrazza offre sapori tipici del territorio cucinati con ingredienti locali, in abbinamento con ottimi vini prodotti nella stessa frazione. B&B 349.3435130. Ristorante 331.3827470.

A Gravedona

Hotel Regina, adatto alle famiglie - via Regina Levante 18 - Tel. 0344.89446 - www.reginahotels.it - email: info@reginahotels.it.

Ristorante il Giardinetto sul lago, offre piatti con specialità del lago e dei monti di Como - via Regina Levante 18 - Tel. 0344.90099 - www.ilgiardinettosullago.it - cell. 328.7529003.

A Menaggio

Trattoria Il Pozzo, ristorante caratteristico in riva al Lago che propone piatti a base di pesce di lago - piazza Giuseppe Garibaldi, 1 - Tel. 0344.32333.

Hotel Loveno, con meravigliosa vista sul lago di Como - via N. Sauro, 55, Tel. 331.2827882 - email: info@hotelloveno.com - www.hotellovenolakecomoitaly.com.

A Como

Crotto del sergente, che ha in menu specialità del territorio rivisitate - via Crotto del sergente, 13, Como – Tel. 031.283911 - www.crottodelsergente.it.

B&B Carducci, nello splendido centro storico di Como, a due passi dal Lago di Como - via Giovio 12 - bnbcarducci@gmail.com - www.bebcarducci.it.

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