Lettere al giornale

Cos'è e a cosa serve la memoria?

Di Gerardo Biella (Cernusco Lombardone).

Cos'è e a cosa serve la memoria?
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Chi sono?”, “Cosa faccio qui?” sono domande che prima o poi nella vita ci facciamo tutti, soprattutto quando ci sentiamo un po’ smarriti in concomitanza di ricorrenze o situazioni particolari come questo periodo di isolamento forzato. La risposta a queste domande non è facile né immediata e per trovarla è necessario fermarsi, voltarsi indietro e osservare da dove siamo partiti e il percorso che abbiamo compiuto fino a questo momento. Per far tutto ciò abbiamo bisogno di una sola cosa, la memoria, che, contrariamente a quanto siamo soliti pensare, non è un semplice insieme di informazioni che immagazziniamo da qualche parte nel nostro cervello e ci permette di viaggiare avanti e indietro nel tempo. Ma allora cos’è la memoria? La memoria è un qualcosa di più, rappresenta infatti la nostra identità, la memoria è ciò che noi siamo. Io so chi sono perché ho una memoria fatta di esperienze che ho vissuto, di persone che ho incontrato, di rapporti che ho avuto, di conoscenze che ho acquisito. Purtroppo, come è possibile osservare in alcune malattie neurodegenerative come l’Alzheimer, senza la memoria l’autocoscienza è compromessa, se non addirittura scomparsa, così come la propria identità e la capacità di formare relazioni con il mondo che ci circonda. A cosa serve la memoria? Il cervello non è una macchina perfetta, ma è una macchina meravigliosa perché è capace di apprendere dall’esperienza. Imparare senza memorizzare però non serve a niente. Le informazioni che abbiamo memorizzato e immagazzinato non si trovano lì per caso o solo per permetterci di fare un viaggio mentale nel passato. Queste informazioni hanno invece una finalità ben precisa: servono infatti per pianificare il nostro futuro, le nostre azioni. Il cervello è stato costruito per guardare avanti. La memoria è quindi necessaria perchè è formata da tutte le informazioni che costituiscono “i mattoncini” che noi utilizziamo per proiettarci nel futuro. Senza memoria siamo infatti condannati a vivere in un eterno presente, senza avere un passato e tantomeno la capacità di costruirci un futuro. La memoria è quindi lo strumento che noi usiamo per guidare il nostro presente e per dare una direzione al nostro futuro. In ogni momento della nostra vita (presente) l’attività dei nostri sistemi sensoriali e percettivi ci consente di percepire ed elaborare una quantità elevata di informazioni che noi selezioniamo e confrontiamo con quanto abbiamo in memoria (passato) e che abbiamo acquisito nel passato. Il tutto serve per prendere decisioni relative alle nostre azioni future (futuro). Passato, presente e futuro sono quindi uniti tra di loro per mezzo della memoria che è un qualcosa di altamente dinamico. Infatti si aggiorna quotidianamente perchè ciò che oggi è presente, domani sarà passato e ciò che oggi è futuro domani sarà presente. La memoria non è infallibile. Ma attenzione la memoria contrariamente a quanto si possa pensare è facilmente manipolabile e quindi altamente corruttibile. Sia quando memorizziamo che nel momento in cui richiamiamo le informazioni memorizzate è possibile distorcerle, inquinarle e dare quindi origine a false memorie aggiungendo informazioni inesistenti o modificando quelle esistenti. La memoria va quindi continuamente allenata. E’ famosissimo il caso giudiziario di Ronald Cotton, condannato per stupro perché identificato con assoluta certezza dalla vittima. Questa donna durante il brutale episodio si è autoimposta di raccogliere più informazioni anatomiche possibili (viso, colore corporatura, ...) dello stupratore. In seguito a indagini di polizia la vittima ha identificato con assoluta certezza Ronald Cotton come l’autore del riprovevole gesto. Da innocente Cotton si fece più di 10 anni dietro le sbarre, finchè una confidenza tra carcerati e la trasmissione di queste informazioni alle orecchie opportune portò alla riapertura del caso che, grazie anche all’avvento della tecnica per l’analisi del DNA, consentì l’identificazione del vero stupratore.

In questo 25 aprile un po’ speciale dove stiamo piangendo le vittime del COVID19, molte delle quali rappresentavano la memoria storica del ventennio fascista, della II guerra mondiale e del periodo di ricostruzione post-bellico, viene spontaneo chiedersi in cosa consista la memoria, non del singolo individuo, ma quella di un’intera comunità, di un intero popolo, di un’intera nazione. Analogamente a quanto visto sopra la memoria di un’intera nazione rappresenta la nostra identità e le festività come quella odierna ci permettono di riattivarla e mantenerla viva. Non dimentichiamoci però che è solo con l’esercizio quotidiano che possiamo allenare queste memorie e difenderle da chi vuole falsificare la storia o utilizzarla per i propri interessi personali. Ciò che una nazione ha vissuto, gli eventi che si sono succeduti, … hanno però come unico scopo quello di costituire le informazioni, i “mattoncini” che memorizziamo e che utilizziamo per guardare avanti, per guidare la le decisioni del presente e per programmare il futuro del nostro paese. I nostri nonni e i nostri padri non appena usciti dalla II guerra mondiale hanno utilizzato la memoria degli eventi passati ma soprattutto di quelli più recenti per progettare il futuro dell’Italia: hanno partorito una Costituzione i cui principi fondamentali sono stati, sono e dovranno essere la base della nostra Democrazia.

Il mio augurio è che il “25 aprile” al di là degli schieramenti, dei modi di pensare, delle appartenenze politiche sia la festa di un’intera nazione. La maggior parte degli italiani e di chi vive in Italia non ha vissuto direttamente e personalmente la Festa della Liberazione, la nascita della Repubblica e della Carta Costituzionale. Tutti noi dobbiamo comunque far tesoro e mantenere viva la memoria del nostro paese. Solo lì possiamo trovare “i mattoncini” che ci permetteranno di pianificare e indirizzare il nostro futuro di cittadini liberi e uguali.

Gerardo Biella, Cernusco Lombardone

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