A Olgiate Molgora

Le Gallerie Pelucchi si aprono ai sub e a visite guidate FOTO

Un progetto ambizioso, portato avanti da due imprenditori appassionati di immersioni tecniche.

Le Gallerie Pelucchi si aprono ai sub e a visite guidate FOTO
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Una nuova vita per le Gallerie Pelucchi, che potrebbero presto diventare un sito per appassionati di subacquea e turisti curiosi di scoprire un luogo magico e ricco di storia.

Un progetto per le Gallerie Pelucchi

E’ questo il senso del progetto «MoM-Miniera di Olgiate Molgora», che prevede un rilancio di quel tesoro sommerso che sono le gallerie, ancora però da definire nel dettaglio. L’idea risale a diversi mesi fa, quando gli imprenditori e appassionati di subacquea tecnica Francesco Santunione e Florent Michel Locatelli hanno preso contatti con l’Amministrazione di Olgiate. «La nostra idea è quella di proporre un luogo di nicchia dedicato a chi pratica subacquea tecnica di un certo livello e non a chi fa immersioni ricreative. La miniera presenta delle difficoltà per le quali serve un lungo addestramento: immergersi qui non è come farlo nel mare perché non si può interrompere e risalire, bisogna rifare la strada a ritroso - ha spiegato Santunione - Il nostro obiettivo è proprio quello di creare un centro di addestramento e formazione per le immersioni tecniche».

Una prima fase per la subacquea tecnica

Un passaggio preliminare è stato quello di determinare la proprietà dell’area, che inizialmente si pensava essere, almeno in piccola parte, del Comune: «La proprietà è invece della famiglia Sommi Picenardi di Olgiate, con la quale abbiamo già avuto diversi contatti e che si è dimostrata entusiasta della nostra idea ed è pronta a supportarci. Questa miniera è un unicum, una meraviglia scavata dall’uomo ma sulla quale poi la natura ha preso il sopravvento, che potrebbe diventare un punto di riferimento per le immersioni in miniera in Italia».
Il progetto si articola in due step, il primo dei quali potrebbe già vedere la luce nel giro di un anno o poco più, emergenza sanitaria permettendo. «La prima fase riguarderà proprio l’ambito della subacquea tecnica e dovrebbe essere in grado di autosostenersi. La seconda fase prevede un’apertura turistica, con vere e proprie visite guidate che presuppongono però la messa in sicurezza della struttura e per questo potrebbero servire anche 8-10 anni» ha precisato l’imprenditore Santunione.
«Lo scorso 21 settembre abbiamo organizzato una visita all’interno della struttura, abbandonata ormai da decenni. Abbiamo partecipato, insieme agli investitori, io e gli assessori Matteo Fratangeli, Paola Colombo e Cristina Viola - ha spiegato il sindaco Giovanni Battista Bernocco ricostruendo con grande entusiasmo l’incontro - Lo spettacolo delle gallerie è davvero qualcosa di indescrivibile ed è per questo che abbiamo subito appoggiato l’idea di renderlo un patrimonio fruibile turisticamente».

Il sindaco e l'Amministrazione hanno visitato le Gallerie Pelucchi

Trattandosi di un’interlocuzione tra privati, il Comune non avrà alcun tipo di coinvolgimento né pratico né economico, ma il sindaco ha già chiarito di essere entusiasta del progetto, che potrebbe avere un importante riscontro in ambito turistico. «Ad essere onesto, un’attrazione di questo tipo è nei miei sogni da sempre. Quando ero ancora presidente della Pro Loco, infatti, mi ero molto appassionato al testo “Labirinti sommersi. La cementeria del Fabbricone e le gallerie Pelucchi” e avevo a lungo ragionato sulla possibilità di incentivare un turismo settoriale sulla struttura. Poi c’era stata anche l’esercitazione della Croce Rossa al loro interno e la tesi di un ragazzo di Cernusco al quale avevamo aperto i nostri archivi. Per noi le gallerie sono sempre state un oggetto d’interesse, oggi più che mai».

In futuro visite guidate a bordo di un trenino

Un sogno, quello di rendere fruibili a tutti le gallerie, che potrebbe presto diventare realtà, nonostante le lungaggini provocate dal Covid. «Ci sono dei dettagli, che riguardano gli investitori e la proprietà, ancora da definire, e di conseguenza non possiamo fare grandi previsioni a livello di tempistiche. Dopo la prima fase dedicata alle immersioni, dovrebbe esserci anche la possibilità di aprire le visite a semplici turisti, che potrebbero scoprire le gallerie a bordo di un trenino in partenza dall’ingresso, in via San Primo, e in arrivo a Mondonico. Sarebbe un grande stimolo per il nostro turismo, che si muoverebbe su due fronti: da un lato quello del Parco e dall’altro quello d’élite legato alle gallerie. Sono qualcosa di eccezionale: gli esperti ci hanno spiegato che sono presenti delle formazioni calcaree che tendenzialmente si creano in centinaia di anni, qui ne sono bastati 50».
Una proposta interessante che, ne siamo certi, starà già stuzzicando la curiosità di tutti gli olgiatesi, cresciuti all’ombra del mastodontico e misterioso «Labirinto del Minotauro», ma non solo.

Ma cosa sono le Gallerie Pelucchi

Un tesoro sommerso, ancora tutto da scoprire e valorizzare, la cui storia è legata a doppio filo all’operosità del territorio olgiatese.
E’ un sistema complesso quello che costituisce l’interno delle gallerie Pelucchi, strutturato su cinque livelli comunicanti tra loro attraverso un intricato groviglio di corridoi e stretti cunicoli, talmente ampio da comprendere anche la cava di Valicelli, quella del Buttero e quella di Cepera-Monticello. La struttura, ribattezzata il «Labirinto del Minotauro» proprio per la sua complessità, era stata pensata per collegare le diverse cave con una rete ferroviaria a scarto ridotto, lungo la quale correvano i vagoni che trasportavano il cemento per la lavorazione. L’area infatti, inizialmente di proprietà dei fratelli Gnecchi e poi dei Pesenti, veniva sfruttata nei primi anni del Novecento per l’estrazione della marna, che veniva utilizzata per produrre cemento naturale Portland nella vicina ditta conosciuta come “Fabbricone”, da cui prende il nome l’omonima via. Negli anni Cinquanta la ditta venne riconvertita in una legnameria, segnando così la fine della storia delle gallerie e dalla vita operosa dei minatori.

Un tesoro sotterraneo da scoprire e valorizzare

Dove un tempo si dipanavano cunicoli e corridoi, infatti, oggi ci sono laghi cristallini, che hanno invaso tutto il comparto ad eccezione del primo livello. Un tesoro sotterraneo, che ancora oggi in qualche modo racconta la storia di un’Olgiate che non c’è più, e che nel 2002 era stato oggetto di studio di alcuni speleologi e sommozzatori del gruppo di Almé, che in quelle gallerie avevano trascorso più di 700 ore di immersione. Il risultato del loro infaticabile lavoro era stata la pubblicazione del volume «Labirinti sommersi. La cementeria del Fabbricone e le gallerie Pelucchi» pubblicato nel 2005, fortemente voluto dall’Amministrazione di Alessandro Brambilla e reso possibile anche dalla disponibilità degli storici Massimo Cogliati e Lorenzo Brusetti e del geologo Maurizio Penati.
«Lo spettacolo che si presenta ai nostri occhi è affascinante. Qualcosa che ci toglie il fiato. Il pavimento è completamente tappezzato da una crosta di calcare bianchissimo, coperto da una decina di centimetri d’acqua limpidissima che, illuminata dalle nostre torce, crea giochi di luce sublimi, ora azzurri, ora ocra, per trasformarsi dal rosa all’arancione e così via» avevano raccontato nel volume gli speleologi Matteo Bertulessi e Luigi Rota con meraviglia.
La stessa con la quale anche il sindaco Giovanni Battista Bernocco ha descritto la visita dello scorso settembre nella gallerie; la stessa con la quale forse anche noi potremo presto ammirare un tesoro che sembrava destinato a rimanere nascosto in eterno.

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